DaD: cosa si sarebbe potuto fare di diverso?

Scritto da il 6 Maggio 2021

DaD. Oramai questo acronimo è entrato nel linguaggio comune di tutti, sia di chi appartiene al mondo della scuola, sia da chi ne sta fuori. La sigla sta per: “Didattica a Distanza”, intendendo un modo di fare lezione usando gli strumenti informatici attraverso la connessione alla rete Internet. Perché si è arrivati a usare questa metodologia? Lo ha voluto il Ministero dell’istruzione, lo hanno voluto i docenti, gli studenti e le famiglie che sono gli attori principali del nostro sistema scolastico? NO, questo metodo di insegnamento a distanza è stato provocato dall’insorgere della pandemia da Covid-19, a partire dal febbraio del 2020. Posto che le istituzioni scolastiche sono state rese inaccessibili dalle autorità competenti, a partire dal Ministero della salute, passando attraverso i decreti legge emanati dal governo, poi avallati dalle regioni, la domanda che pongo è la seguente: cosa si sarebbe potuto fare di diverso? Se non la DaD, cos’altro c’era da fare? Certo, si poteva fare didattica in presenza anche con la pandemia, che sarebbe stata la cosa migliore, come alcuni sostengono. Però, siccome le scuole di ogni ordine e grado sono state chiuse, come si poteva ovviare? A mio parere non c’era un’altra soluzione migliore. Se a qualcuno fosse venuto in mente e l’avesse esplicitata, presentata e motivata come migliorativa, voglio sperare che le autorità competenti l’avrebbero presa in considerazione. A me non è capitato di leggere alcunché di diverso e valido rispetto al modo di fare lezione a distanza, però, potrebbe essermi sfuggito, in tal caso ne prenderò atto, analizzerò e valuterò tali proposte. All’inizio i docenti e gli studenti si sono trovati spiazzati, confusi e impreparati all’uso di questa metodologia inusuale per il nostro sistema scolastico. Dalla mia esperienza personale posso dire che dopo un primo momento di difficoltà, tutti o quasi tutti si sono adoperati al meglio per imparare a usare questo nuovo strumento didattico. Intendiamoci, esso comporta molti aspetti negativi, ma, nella fattispecie, secondo me non c’era altro da fare, parlo esclusivamente da un punto di vista didattico. Elencherò alcuni punti negativi della DaD, però, alla fine ne citerò anche qualcuno che potrebbe essere considerato positivo. Quindi, analizziamo per prima cosa le negatività: 1) la DaD non potrà mai sostituire la lezione in presenza, in cui docenti e studenti condividono lo stesso ambiente, cioè, la classe; 2) non tutti gli studenti hanno facile accesso alla connessione via Internet, per le più svariate ragioni, non escludendo anche quelle economiche; 3) l’attenzione degli studenti non è la stessa che si ha con la presenza in classe; 4) stando a casa gli studenti sono facilmente portati alla distrazione, si creano problemi con le famiglie, come per esempio quello della riservatezza, il docente entra nella vita privata delle famiglie, e le famiglie entrano in contatto con il modo di insegnare e di essere di un docente, e questo non sempre può essere un bene; 5) i docenti non hanno un immediato ritorno dell’efficacia del loro insegnamento, non percepiscono con immediatezza ciò che non è stato ancora compreso, specialmente da parte degli studenti più deboli; 6) sono proprio gli studenti in situazioni di disagio, come i DVA, i DSA e i BES, a pagarne lo scotto maggiore. Mi fermo qui nell’elenco, ma potei continuare, ovviamente. Arriviamo agli aspetti positivi: 1) si è ridotta la percentuale dei contagi, a causa di un minor numero di ragazzi e non solo, che ogni mattina raggiungono le sedi scolastiche con mezzi pubblici e privati, la popolazione scolastica italiana di ogni ordine assomma a circa sette milioni e mezzo di studenti, più circa un milione di docenti, a cui va aggiunto il personale ATA; 2) per quanto consta a me personalmente, da parte di un gruppo di studenti c’è stata una maggiore assunzione di responsabilità; 3) usando meno mezzi di trasporto si è inquinato meno; 4) tutti abbiamo imparato e ci siamo industriati a usare meglio e più proficuamente gli strumenti che Internet ci ha fornito per rendere la lezione più interessante e motivante attraverso l’uso di piattaforme multimediali; 5) non si sono lasciati soli gli studenti e le famiglie, in un momento così tragico per tutto il Paese, facendo in modo che la lezione giungesse nelle case di quanti erano collegati, non tutti purtroppo, specialmente all’inizio del periodo in cui si è iniziato a usare la DaD. Io credo che tutti ne siamo usciti consci che questa nuova metodologia di insegnamento in futuro, meglio studiata, strutturata e codificata, potrebbe essere usata per migliorare e innovare il modo di fare lezione anche senza la presenza in contemporanea nello stesso luogo di docenti e discenti.

Foto di Julián Amé da Pixabay 


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