Scuola si o scuola no?

Scritto da il 11 Aprile 2021

È un anno scolastico davvero particolare quello che stiamo vivendo e tante sono le domande che mi interrogano e alle quali fatico a trovare risposta.

Abbiamo ripreso a settembre, con timore, la scuola in presenza. Abbiamo disinfettato miliardi di volte mani, quaderni, libri… ci chiedevamo se avremmo potuto correggere i quaderni dei bambini, toccarli… la mascherina, le distanze, niente abbracci, fila per due… ma dopo un po’ hanno prevalso le vecchie abitudini e sembrava tornata la scuola di sempre.

Allo sbaraglio, come sempre. I contagi continuavano ad aumentare, i mezzi pubblici sempre pieni e la scuola, come un piccolo mondo a parte, continuava. Fino a quando?

Fino al 4 marzo quando, di gran fretta, ci hanno avvisato che dal giorno successivo le scuole sarebbero state chiuse. Tutte.

E così è ricominciata la DAD, ops la DID, insomma abbiamo ripreso a fare videolezioni, a registrare video di spiegazioni, a mandare files con attività da svolgere.

“È scuola o non è scuola?” ci siamo sentiti ripetere. “È meglio di niente” ha detto qualcuno.

La mia opinione? Ho lavorato tanto e mi sembra di avere ottenuto poco. Non è scuola come la intendo io, non posso pretendere che i bambini studino e si impegnino tanto quanto farebbero a scuola. Resisterebbero 4 ore consecutive a lavorare a casa loro, concentrati, da soli?

Dopo le vacanze di Pasqua è ripresa la scuola ed ancora si sono scaldati gli animi dei due fronti contrapposti: scuola sì o scuola no?

Io, come insegnante, mi sono preso tutte le responsabilità e i rischi del tornare in classe, sono contento di essere rientrato, vedo i bambini lavorare insieme, applicarsi ma anche scambiarsi una battuta col vicino, chiedere una spiegazione in più, lamentarsi perché non vedono bene la lavagna o perché è finita la cartuccia della penna… Questa è la mia scuola, la scuola che desidero, ma mi chiedo, ancora una volta, se in questo momento storico, sia il caso di continuare a lavorare in presenza o se forse si poteva continuare il lavoro da casa, sacrificando qualcosa ma garantendo la sicurezza di alunni e docenti.

Io non ho una risposta ma continuo a cercarla e, nel frattempo, cerco di fare del mio meglio per garantire ai ragazzi una scuola a loro misura, che riproponga un minimo di normalità ed offra un po’ di serenità in questo periodo di agitazione.

Antonio Macchione

Foto di RODNAE Productions da Pexels


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