COME IL CAVALLO DI TROIA! UN PUNTO DI VISTA DIDATTICO SULLE LINEE GUIDA PER IL PIANO DELLA DIDATTICA DIGITALE INTEGRATA
Scritto da redazione il 25 Gennaio 2021
Dopo un’attenta lettura delle linee guida per la redazione del Piano per la Didattica Digitale Integrata, vorrei qui proporre una “interpretazione” delle stesse. Non intendo esprimermi sul valore o disvalore dell’introduzione istituzionalizzata dei device nella e per la Scuola; né sulla catastrofe psicologica e sociologica rappresentata dalla Didattica a Distanza quando, come in tempi recenti in tutti gli ordini di scuola e ora ancora nella scuola secondaria, applicata per il totale dell’orario scolastico: altri, più o meno
autorevoli e con scopi diversi hanno ampiamente sottolineato questi aspetti; ora poi si è aperto il fronte contrattuale, dunque la questione è delicatissima e tocca i diritti del lavoratore, la sicurezza, oltre a elementi serissimi e dai risvolti ancora sconosciuti sulla riservatezza dei dati personali e a volte sensibili affidati a piattaforme per lo più di natura
commerciale.
Da insegnante e ex tutor coordinatrice del tirocinio per il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Torino, vorrei soffermarmi sugli elementi didattici presenti nelle linee: progettazione, metodologia, verifiche, valutazione, collegialità, rapporti con le famiglie.
Non posso negare di essermi approcciata al documento ministeriale con numerosi “pregiudizi”: il timore che Qualcuno voglia rendere individualistica, esclusivamente performante, orientata solo al tecnicismo la dinamica insegnamento/apprendimento era forte! Ma poi, terminata la lettura, sono emersi evidenti alcuni temi “sensibili” che da anni tocco nelle sperimentazioni e formazioni per l’innovazione didattica.
Comincio con l’aperto richiamo alla protagonismo dello studente che viene chiamato a essere soggetto attivo della costruzione delle proprie conoscenze e abilità; segue un elenco di alcune metodologie suggerite, si badi bene, un elenco non è certo un bel modo di farle conoscere per quel che sono veramente e su quando, come e perché utilizzarle: ma intanto si insinua il dubbio che qualcosa è fattibile oltre alla lezione frontale, in ogni caso da non abbandonare per i momenti di formalizzazione delle conoscenze.
Viene poi dato qualche elemento sulla progettazione: le linee parlano di individuazione di “saperi essenziali”, definizione di “nodi” trasversali, raccordi tra contesti formali e informali: gli insegnanti così vengono richiamati a rivedere tutto l’impianto curricolare e disciplinare, un “terremoto” epistemologico. La questione valutazione, poi, richiama ad abbandonare verifiche che portino ad avere elementi relativi solo al prodotto: rubriche e diari di bordo sono gli strumenti indicati; qualità dei processi, disponibilità ad apprendere, capacità di lavorare
in gruppo, responsabilità personale e sociale, competenze autovalutative sono gli indicatori!
E poi un rinnovato richiamo alle diverse responsabilità dei soggetti coinvolti: il Dirigente organizza; il collegio definisce cornici pedagogiche di riferimento; i team progettano e valutano, i genitori chiamati in corresponsabilità. L’inclusività non è mai dimenticata ed è trattata per gli aspetti organizzativi e i bisogni emotivi e cognitivi. Nelle stesse Linee Guida le Agenzie Territoriali sono ampiamente richiamate a intervenire in aiuto dell’azione educativa, soprattutto per quanto riguarda il supporto agli alunni con Bisogni Educativi Speciali e quelli ospedalizzati.
Ora, qualcuno dirà: parole! Beh, io dico che alcune di queste parole, anzi molte, afferiscono al nostro modo di essere professionisti dell’insegnamento; ci invitano a rinnovare la riflessione, ad abbandonare vecchie pratiche, a “rimetterci in gioco”.
Le Linee Guida precisano che bisogna evitare di trasferire a distanza quello che si fa in presenza: io auspico che tra qualche settimana o mese si possano usare per la didattica in presenza approcci, metodologie didattiche e riflessioni valutative nate durante il periodo della distanza.
Ecco perché ho assimilato la il Piano per la DDI a un “cavallo di Troia”: perché porta con se obblighi inderogabili di adozione di nuove tecniche didattiche: la Scuola è da anni “assediata” da questi inviti, ora non c’è più tempo, non si può derogare: ci portano dentro ciò che spesso era stato combattuto e tenuto lontano; le responsabilità di questo
allontanamento sono tante e di tanti, ma ora il “cavallo” è dentro!
Certo, quanto ho scritto non deve far dimenticare tutte le altre questioni che ho posto nell’incipit di questo breve scritto e rimane che dovrà essere impegno di tutti proteggere il diritto allo studio in presenza sicuro, equo e di qualità per i nostri ragazzi.
Donata Baccelliere
Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay