CONNETTERSI SI’, CONNETTERSI NO. La nuova DAD

Scritto da il 19 Dicembre 2020

“Ciao come stai?” Domanda usuale, ma non è retorica, ci aiuta ad aprire al mattino quella finestra dalla quale si vedono tutti o in parte quei ragazzi che immagini siano dall’altra parte ad ascoltarti, ma poi chissà se ti ascoltano davvero. Indovini a volte i loro umori non così fervidi, li assapori, li percepisci e ti chiedi se sono lì per te o per qualcos’altro. Domande,su domande ti assillano la mente e ti arrovelli, ti chiedi se ci sei per loro veramente, se mentre parli ti seguono o se sognano, ma forse se sognano, lasciamoli sognare o se guardano al di là di quella finestra ,dalla loro finestra e se immaginano a ciò che sarebbe potuto essere o che è stato per ciascuno di loro, lasciamo che lo immaginino. Forse pensano a un mondo diverso, migliore di questo, intravedono un futuro nel quale proiettano ognuno di loro. E allora ad un certo punto ci si chiede se quel ragazzo o ragazza sia connesso o no. Cesare, Napoleone e Garibaldi sono con loro, quando si fa la storia, ma forse lontani dal loro immaginario. Ad un certo punto il silenzio tombale ed io; ”Ragazzi ci siete?” Un tono indescrivibile di voce mi risponde a distanza, anzi in lontananza, quasi da un’altra dimensione: ”Ma dove sono?” E se sono presenti mi chiedo costantemente se la loro è solo una comparsa. Mi sento imbarazzata, quasi a disagio, dalla mia bocca parole su parole che fioccano di italiano, storia e geografi: ”Ma loro sono connessi o no ?”E’ scontato per noi stare lì, ma forse per loro no. Non c’è altra soluzione, non si può stare insieme, guardarsi negli occhi, sorridere alle loro battute e a volte anche alle mie, non si può stare nella stessa stanza quella che si chiama aula, l’aula viva, quella animata dalle loro voci a volte dagli schiamazzi, dalle risate che rimbombano e che fanno ridere anche i muri, le finestre le porte. No ora non si può, divisi dal nemico, sì perché così si può intendere, quell’ostile battagliero che la storia del genere umano ci ha sempre riservato, forse per metterci alla prova, ma loro, fanciulli ancora teneri, desiderosi di vivere normalmente una vita e che non si aspettavano una tale sventura, non pensano di lottare. Allora ci si sveglia un bel mattino, quasi come in una triste favola che per arginare il problema si trova la soluzione e si dice a tutti che dal cilindro fuoriesce la DAD. Non si può fare diversamente, mi viene da pensare a un nuovo modello a cui la scuola si deve adeguare, mi viene da pensare che la tecnologia ci induce a lavorare secondo un sistema innovativo e originale e noi che fungiamo da incastro a tutto questo cambiamento, nessuno ci aveva preparati prima, ma qualcuno dall’alto si è mai chiesto come stanno i docenti e come vivono i docenti questa nuova realtà? Qualcuno del lontano passato diceva: ”Ai posteri l’ardua sentenza”

Foto di Zen Chung da Pexels


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *



La Esse Radio

La Esse Radio

Traccia corrente

Titolo

Artista