Gli insegnanti come “Mr.Fantastic” tra i paradossi della sicurezza scolastica
Scritto da Simona Mastroddi il 27 Ottobre 2020
Sono bastati 30 giorni, e poco più, dall’apertura delle scuole che la situazione epidemiologica è diventata preoccupante. Chi sostiene che tra il primo suono della campanella e il contagio da covid non vi sia alcuna connessione, afferma un falso ormai sotto gli occhi di tutti. Solo l’Azzolina è l’unica convinta del contrario!
Benché bisogna dare atto che i bambini sono i primi a seguire rigorosamente le regole delle 3 M (metro – mani – mascherina), il covid a scuola circola eccome! E la responsabilità non è annoverabile a nessuno di quelli che a scuola ci mettono piede e che cercano di tirare avanti la baracca. Circola perché neli nostri istituti non vi sono solo alunni, che hanno una vita anche al di fuori di queste mura, ma insegnanti, collaboratori, personale scolastico, fornitori, addetti alla mensa, che certamente dopo l’ orario di lavoro non hanno un’esistenza da eremiti.
È tutto l’indotto di questo settore che contribuisce al propagarsi dell’epidemia e, pur comprendendo che era inevitabile, non si può immaginare che la scuola possa interpretare il ruolo di Chingachgook ne l’ Ultimo dei Mohicani. Negli edifici scolastici, pieni zeppi di mascherine e gel, non esistono impianti di areazione, se non quella naturale della gianna novembrina che ti ricorda che “c’ hai una certa” e che dovresti evitare di autonutrire in te la profonda convinzione che sei dotato di poteri immunologici.
Insomma chi ha per un sol momento pensato che in classe potevamo resistere ai venti uralici, che ad ascoltare le nostre lezioni ci fossero mummie della dinastia Ming, e che una mascherina chirurgica ci salverà dall’estinzione umana, ha toppato alla grande.
È proprio questo l’errore di fondo: pensare alla sicurezza scolastica guardando la punta dell’iceberg che inesorabilmente ci sta venendo addosso. Ci siamo svegliati improvvisamente dal torpore di un sonno lungo decenni e ci siamo accorti che alla scuola non sono state date le giuste attenzioni sia strutturali che manutentive. E oggi, mentre ci igienizziamo attentamente le mani, buttiamo un occhio in alto e controlliamo se non ci piova addosso o, paradossalmente, nonostante i due metri di distanza rigorosamente suggeriti dal protocollo di sicurezza, proviamo a vigilare sugli alunni sulle cui teste potrebbero cadere pezzi di scuola ormai ridotta ai minimi termini.
Magari i super poteri immunologici no, ma di certo, ai piani alti pensano a noi come nuovi i Mister Fantastic della Marvel capaci di allungarsi e salvare le nuove generazioni dai malfatti delle vecchie che ci governano.
Lo sapevamo che noi insegnanti eravamo dei super eroi, ma non fino a questo punto.
Simona Mastroddi, Monterotondo – Roma