L’empatia come chiave d’accesso per favorire l’apprendimento

Scritto da il 24 Giugno 2020

Insegno da venti anni nella scuola primaria e ho sempre avuto come obiettivo quello di garantire l’armonia e l’equilibrio degli alunni in rapporto con l’ambiente d’apprendimento. Non ho mai smesso di studiare , formarmi e aggiornarmi costantemente con piacere e forte motivazione, per cercare soluzioni didattiche ed educative valide e più consone agli alunni che avevo di fronte, evitando quei percorsi, uguali per tutti, ma puntando alla diversificazione e all’applicazione di diverse strategie.

Impegnandomi, purtroppo non sempre con esito positivo, alla valorizzazione e al coinvolgimento soprattutto degli alunni meno motivati alla didattica, favorendo il raggiungimento del loro successo formativo, tenendo conto delle loro potenzialità, dei tempi e modi di apprendimento.

Alla base del mio ragionamento, c’è l’empatia come “capacità di sintonizzarsi cognitivamente ed emotivamente (con la mente e con il cuore) con gli altri”, con ciò che vivono, favorendo la conoscenza dell’altro e la buona qualità della relazione di aiuto. Numerose ricerche sono state effettuate, ma quella che più ha suscitato il mio interesse anche da un punto di vista applicativo, è il modello elaborato da Martin Hoffman, che favorisce una descrizione dello sviluppo dell’empatia, in base a tre componenti: affettiva, cognitiva e motivazionale.

Quindi, l’empatia intesa sia come un’importante competenza emotiva grazie alla quale è possibile entrare più facilmente in sintonia con gli alunni con i quali si interagisce, sia come un’abilità sociale di fondamentale importanza, nelle relazioni interpersonali, intesa quindi come chiave d’accesso agli stati d’animo e in generale al “mondo dell’altro”.
A presto!
Rosa Rega

Foto di sobima da Pixabay 


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