Oltre la paura, la speranza: in classe per vivere con loro

Sono ormai alcuni mesi che viviamo una stagione difficile, carica di incertezza e di sofferenza a causa del Covid-19 che ha invaso e segnato la storia umana di questo tempo e di riflesso ha condizionato anche la nostra vita lavorativa. Infatti, noi docenti insieme agli alunni siamo stati coinvolti in prima linea in questo profondo cambiamento della nuova modalità di insegnamento/apprendimento a distanza, che ci ha colpito come ”un fulmine a ciel sereno”, ed è stata una sfida quotidiana, costante ed impegnativa di seguire un percorso di formazione e di crescita, facendo tesoro di ogni singolo momento ed opportunità. 

Fondamentale, soprattutto per i bambini della scuola primaria, è stato il supporto dei genitori per il collegamento online e per lo studio. E’ la prima volta che ci troviamo a dover affrontare un’emergenza sanitaria di questa portata. È anche la prima volta che ci troviamo a dover fare i conti con una didattica diversa. L’aspetto critico più evidente è che volontà e l’impegno personale non bastano per assicurare l’inclusione nei processi educativi di tutti gli studenti, ma occorre la collaborazione per la costruzione di un nuovo modello di cittadinanza digitale che sia davvero attento ai bisogni e ai sogni degli alunni, che li tuteli anche dai pericoli. La speranza è quella di ritornare in classe e mirare a rendere gli alunni protagonisti delle esperienze formative proposte, chiamandoli a mettersi in gioco e a riflettere in maniera profonda su quanto è accaduto. Quindi, la scuola non deve essere intesa come un luogo di parcheggio per i minori dalla maggioranza delle famiglie, problema divenuto cruciale in queste settimane di forzata chiusura, bensì è il luogo dove si trasmettono saperi, conoscenze, competenze e si valorizza e favorisce la socialità.

ROSA REGA
Foto di Arthur Krijgsman da Pexels