Una Maturità tutta da film
Scritto da redazione il 2 Giugno 2020
Giorno 17 giugno 2020 500.000 studenti della secondaria di II grado affronteranno la prova dell’esame di Stato in presenza secondo le modalità esplicitate nell’O.M del 16 maggio. Il Covid 19 ha determinato repentini cambiamenti nell’espletamento dell’esame di Maturità che si baserà sul solo colloquio orale. In questi ultimi giorni non sono mancate le polemiche per la decisione della Ministra Lucia Azzolina di garantire ugualmente, malgrado gli eventi scatenati dalla pandemia, l’espletamento dell’esame di Stato.
Non poche le sensazioni di ansia che hanno attanagliato studenti timorosi di non potere nel modo più idoneo concludere un percorso di studi quinquennale, docenti affannati nella DaD e nella compilazione di scartoffie ma, soprattutto, i dirigenti scolastici che si trovano a fare i conti con le misure di prevenzione e protezione atte ad evitare la diffusione del contagio. I rigidi protocolli cui le istituzioni scolastiche devono attenersi, desunte dal Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da Sars-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione, adottato dal Comitato Tecnico Scientifico e pubblicato dall’Inail, stanno causando un forte dispendio di energie di natura organizzativa da parte delle scuole impegnate nei giorni della maturità in un lavoro di igienizzazione continua e accurata degli spazi comuni da effettuarsi all’inizio e alla fine della giornata, ma anche tra un esame e quello successivo.
Nei documenti emanati si legge che le aule dove si terranno le prove saranno pulite alla fine di ogni sessione di esame, si prevederanno percorsi predefiniti di entrata ed uscita, sarà assicurato il distanziamento di 2 metri tra candidati e commissari e l’uso obbligatorio delle mascherine che i candidati potranno abbassare nel corso del colloquio, mantenendo la distanza di sicurezza. Ma la nostra Ministra sembra essersi dimenticata del problema strutturale della maggior parte degli istituti scolastici del nostro Paese: aule di piccole dimensioni convertite, già dal mese di maggio, in caldaie arroventate che non consentono un adeguato ricambio di aria, mancanza di spazi idonei tali da permettere l’insediamento delle commissioni d’esame in assoluta sicurezza.
“È difficile riuscire ad organizzare le distanze per evitare assembramenti a causa delle aule troppo piccole, della mancanza di palestre e di luoghi conformi alla prevenzione di possibili contagi. Il Ministero sta tirando le somme senza tenere conto degli spazi esigui e poco consoni a garantire la protezione della salute di studenti e lavoratori”. Questa la dichiarazione di Maria Filippa Lo Iacono, Dirigente scolastico dell’ISIS “Obici Volteio” di Oderzo, impegnata da settimane in un assiduo lavoro di natura organizzativa, dislocando le commissioni in più piani e prevedendo gli ingressi e le uscite da cancelli separati. All’aspetto organizzativo si affianca il dovere fronteggiare problematiche di natura economica, “il Ministero ha dato pochi fondi-continua la Dirigente dell’ISIS di Oderzo- alla mia scuola sono stati erogati solo 3.700 euro, somma con cui devo acquistare dispositivi, mascherine, igienizzanti”.
Si prospettano scenari da Far West con personaggi imbavagliati e in apnea sotto le mascherine tra sudore, cali di pressione e maneggiamenti di fascicoli, carte, libri, tastiere con le mani nude, collaboratori scolastici pronti a igienizzare gli ambienti e ad interpretare il ruolo di vigili intenti a gestire il traffico. Forse il Ministero ha dimenticato tutto questo quando immaginava l’esame di Maturità nel bel mezzo di una pandemia.
Simonetta Spatafora