Malattie rare, cosa sono
Scritto da Antonio Alfano il 26 Aprile 2024
Una malattia si definisce “rara” se si manifesta nello 0,05 per cento di una popolazione, le patologie rare conosciute e diagnosticate nel mondo sono circa 10.000, ma con i progressi della ricerca genetica se ne continuano a registrarne di nuove, anche se il 20% di esse sono imputabili a malattie multifattoriali derivate da fattori ambientali o alimentari . Nel mondo si stima siano circa 400 milioni i pazienti affetti da patologie rare (Fonte: Global Genes), nell’Unione Europea su 448,4 milioni di abitanti si stimano siano circa 36 milioni, mentre in Italia la rete Orphanet Italia segnala quasi 2 milioni di pazienti, dei quali il 70% dei casi è in età pediatrica. Lo scorso febbraio in occasione della giornata mondiale delle malattie rare la SINPIA, l’Associazione Scientifica che ha per scopo la tutela della salute mentale dell’infanzia e dell’adolescenza, ha dichiarato che oltre il 40% delle malattie rare in età pediatrica coinvolge il sistema nervoso, con grave ripercussione sulle disabilità complesse. Per gestire queste patologie rare sono stati approvati negli anni , 176 farmaci orfani, ben 17 nel 2023. ( Per farmaco orfano si intende quel prodotto che potenzialmente è utile per trattare una malattia rara ma non ha un mercato sufficiente per ripagare le spese del suo sviluppo). E proprio sui farmaci e sui protocolli di cura si svolgerà a Filadelfia ( Pennsylvania) dal 29 aprile al 1 maggio il RARE Drug Development Symposium 2024 . in Italia Come supporto di indagine epidemiologica utile a definire le dimensioni del problema è stato istituito presso l’ISS, il Registro Nazionale Malattie Rare (RNMR) in attuazione dell’articolo 3 del Decreto Ministeriale 279/01 finalizzato ad effettuare la sorveglianza delle malattie rare e di supportare la programmazione nazionale e regionale degli interventi per i soggetti affetti da malattie rare (MR). Il Registro studia e stima il ritardo diagnostico e la migrazione sanitaria dei pazienti, supporta la ricerca clinica e promuove il confronto tra operatori sanitari per la definizione di criteri diagnostici.
A chi rivolgersi se si è affetti da una patologia rara
In Italia sono operativi ottanta centri, gestiti da Aziende Sanitarie Locali e da Aziende Ospedaliere Universitarie. Abbiamo contattato, per il suo protocollo all’avanguardia dedicato ai pazienti con patologie rare del metabolismo osseo, l’AOU VANVITELLI di Napoli , che opera nel centro storico di Napoli. Qui è stata attivata, con ottimi risultati, l’Unità di programma di Malattie Rare Endocrine e un ambulatorio di Transizione che, in collaborazione con l’endocrinologia e l’oncoematologia Pediatrica, traccia un percorso virtuoso bidirezionale per la corretta gestione dei giovani pazienti con endocrinopatie favorendo, sempre presso l’AOU Vanvitelli, la continuità assistenziale specialistica . In poco tempo il Servizio è diventato un riferimento importante, per molti pazienti nell’Italia meridionale.
A coordinare il tutto è la Prof.ssa Daniela Pasquali, impegnata da anni nello studio e nella gestione della sindrome di Klinefelter, e nelle malattie rare endocrine. Specialista in Endocrinologia e Malattie del metabolismo, professore ordinario di Endocrinologia presso l’Università della Campania, Luigi Vanvitelli e Direttore dell’Unità di Programma di Malattie Rare Endocrine dell’AOU Vanvitelli.
Gli ambulatori afferenti all’UP di Malattie rare endocrine sono siti presso l’edificio 2, lato Ovest, piano -1 del Policlinico Vanvitelli, piazza Miraglia 2. La prenotazione si effettua chiamando il CUP della AOU Vanvitelli, 800177780, o attraverso l’app Campania salute, ed è necessaria l’impegnativa del medico curante. Per le prime visite l’impegnativa è per Visita Endocrinologica, per i controlli successivi sarà Visita di controllo endocrinologico. Per essere inseriti nell’ambulatorio di Malattie Rare Endocrine bisogna chiedere al CUP dell’ambulatorio codice 19051, che si tiene il lunedì dalle 8 e 30 alle 11 e 30, per la Sindrome di Klinefelter codice 19052 dalle 11 e 30 alle 12 e 30 e per la visita di endocrinologia generale codice 19053 con visite lunedì e martedì. Oltre alla visita ambulatoriale l’UP ha attivato specifici percorsi PACC-percorsi ambulatoriali complessi e coordinati, o di day service attraverso i quali è possibile in tre accessi praticare presso il Policlinico Vanvitelli le indagini biochimiche e strumentali necessarie alla diagnosi e follow up dei pazienti. Per accedere ai PACC è necessaria una prima valutazione ambulatoriale atta a definirne la congruenza.
Le procedure burocratiche per ottenere farmaci costosi ma indispensabili e insostituibili per portatori di malattie rare sono sempre complesse. Il percorso vede in primo piano la stretta collaborazione con la Farmacia dell’ AOU Vanvitelli che grazie a tutta la squadra diretta dalla dott.ssa Annibale e in particolare alla dott.ssa Stefania Ziccardi responsabile dei Farmaci Rari, sono, insieme al coordinamento Regionale delle Malattie Rare punti di riferimento imprescindibili per l’attuazione delle terapie.
Per qualunque richiesta di spiegazioni o chiarimenti si consiglia di inviare una mail a malattierare.endocrine@policliniconapoli.it o di chiamare allo 0815665014/5038/5106/5046.
Professoressa Daniela Pasquali, tra ricerca e assistenza
Prima di diventare Ricercatore presso l’Università Vanvitelli dove attualmente svolge la sua attività, la professoressa Daniela Pasquali ha svolto la sua tesi di dottorato all’estero al Baylor College of Medicine, a Houston, in Texas, dove ha svolto la sua tesi di Dottorato. Ha vinto numerose borse di studio, una all’IGB e poi all’Istituto Pascale per la gestione del carcinoma della tiroide. Da sempre si è impegnata nella creazione di percorsi multidisciplinari per una corretta gestione dei pazienti rari guardando in maniera particolare al miglioramento della loro qualità di vita, incoraggiando la stretta collaborazione con le associazioni dei pazienti che le ha permesso di iniziare un nuovo e più cosciente percorso professionale, dandole la possibilità di guardare la patologia rara con gli occhi di chi ne è affetto.
Nell’ambito della sua attività segue con particolare attenzione patologie rare del metabolismo osseo come il rachitismo ipofosfatemico X linked, ora trattato con l’anticorpo monoclonale Burosumab e l’ipofosfatasia (HPP).
L’ipofosfatasia (HPP)
L’ipofosfatasia (HPP) è una malattia metabolica genetica rara, caratterizzata dalla riduzione dell’attività della fosfatasi alcalina (ALP) sierica non frazionata e da altri sintomi, che vanno dalla compromissione congenita grave, potenzialmente letale, al dolore muscoloscheletrico nell’età adulta. Sono state descritte sei forme cliniche di HPP, che rappresentano un continuum in termini di gravità. La HPP perinatale letale è caratterizzata da una significativa ipomineralizzazione che esita nell’ipercalcemia e nell’insufficienza respiratoria. La HPP prenatale benigna è caratterizzata da segni clinici prenatali a livello dello scheletro, che si risolvono lentamente, e non sono letali. La HPP neonatale è caratterizzata dal rachitismo, che si manifesta tra la nascita e i sei mesi di vita. La HPP infantile comprende la ridotta densità minerale delle ossa, associata a fratture apparentemente inspiegabili e il rachitismo. La HPP dell’adulto si manifesta con perdita precoce della dentizione permanente e fratture da stress degli arti inferiori durante la mezza età. Gli adulti affetti dalla forma più lieve della malattia presentano segni clinici aspecifici come il dolore muscoloscheletrico o l’osteoporosi. È una condizione patologica di difficile inquadramento, soprattutto in età adulta, ma che oggi ha la possibilità di essere curata con la terapia enzimatica sostitutiva, l’asfotase alfa. Nel mondo sono descritti in terapia 119 casi e in tutta Italia solo sei soggetti sono trattati. La prof.ssa Pasquali è in procinto di mettere in terapia una paziente di nuova diagnosi che sin dall’infanzia presentava sintomi ingravescenti di astenia, dolore muscoloscheletrico che attualmente la limitano nelle attività quotidiane e che ha presentato frequenti strappi muscolari e pseudofratture.
<<Uno degli obiettivi che mi propongo è sensibilizzare la ricerca nel campo delle condizioni rare e formare giovani medici specialisti alla conoscenza delle malattie rare per migliorare la diagnosi e terapia delle stesse. Nel caso specifico dell’HPP i valori di fosfatasi alcalina, costantemente al di sotto della norma, sono un importante campanello d’allarme per ulteriori approfondimenti. In conclusione, è fondamentale, quindi, identificare e far conoscere sul territorio i centri di riferimento specializzati, dove sono presenti professionalità adeguate a indirizzarvi i pazienti che dopo un attenta valutazione potranno giovarsi di terapie “salvavita”>>.