LA SCUOLA DEL FUTURO: ISTITUTO COMPRENSIVO LOZZO ATESTINO
Scritto da Tiziana Di Giulio il 8 Gennaio 2023
Una scuola d’eccellenza, dove l’innovazione sposa la qualità dell’offerta formativa; dove gli studenti coltivano talenti e hanno a disposizione spazi pensati e strutturati in base alle loro esigenze; dove i docenti dispongono di un’aula insegnanti che coniuga momenti di dialogo e benessere psicofisico e dove il Dirigente torna volentieri al suo primo amore di docente, tenendo lezioni di STEAM ai suoi studenti. Una bella realtà, quella dell’Istituto Comprensivo di Lozzo Atestino, che vanta un considerevole numero di visiting da ogni parte d’Italia, offrendo scenari innovativi e un’accoglienza calorosa. Ma facciamo raccontare e presentare questa scuola futurista dal Dirigente, il Prof. Alfonso D’Ambrosio, formatore e autore di libri sulla fisica e sul Coding.
Lei è il Dirigente dell’Istituto Comprensivo Lozzo Atestino della provincia di Padova, che conta un alto numero di richieste per il visiting, ci può spiegare quali sono i motivi di questa grande affluenza e come organizza, insieme al suo staff queste giornate.
Sono il DS dell’IC di Lozzo Atestino, che comprende i comuni di Cintio Euganeo, quello piu’ celebre di Vo’ e Lozzo Atestino, 9 plessi su tre comuni, tre di scuola dell’Infanzia, tre di scuola Primaria e tre di Secondaria di primo grado. Questo è il mio quarto anno di dirigenza, prima ero docente di matematica e fisica nella secondaria di secondo grado, ho insegnato per 12 anni; sono stato e sono ancora formatore, mi occupo di ambienti di apprendimento e di formazione pe docenti e DS su temi che riguardano le STEAM. Quando arrivai in questo Istituto comprensivo, che è comunque vicino casa, la prima cosa che dissi ai docenti fu: Io ho in mente una rivoluzione, ma per poterla fare ho bisogno di voi e quindi abbiamo bisogno di credere che sia possibile fare una rivoluzione insieme. Questa rivoluzione sta avvenendo! Io ci credo, ci credo nel momento in cui noi portiamo al centro soprattutto l’attenzione nei confronti delle persone, che nella scuola, per quanto riguarda il dirigente scolastico, sono prima di tutto gli studenti e le studentesse, gli insegnanti, ma anche tutto il personale amministrativo e i collaboratori scolastici. Nel mio atto di indirizzo come Dirigente ho quindi ancorato le tre priorità, che sono formazione, innovazione e ambienti di apprendimento. In questi quattro anni siamo passati subito a definire due priorità, una è il miglioramento dei processi di apprendimento, l’altra invece il benessere a scuola, al punto tale che attraverso dei test che si chiamano QBS questionari di benessere a scuola, noi misuriamo la felicità interna lorda (Fil). In termini di numeri, cosa significa tutto questo? Significa che siamo passati da quattro ambienti di apprendimento innovativi a 33, una formazione che ci porta a costituire reti con buona parte delle scuole del territorio ma anche nazionali. Abbiamo più di 200 ore di formazione, lo facciamo soprattutto con un’idea chiara, una visione chiara di scuola, da una parte quella di puntare al benessere appunto degli studenti e studentesse, dare la possibilità ai ragazzi di potersi scegliere anche il loro percorso, quindi di valorizzare i loro talenti, dall’altra, investendo su ambienti intesi come ecosistemi di apprendimento, di relazione tra persone che siano, all’altezza di una scuola degna di essere chiamata scuola con la S maiuscola. Questo ha fatto sì che negli ultimi anni la nostra scuola sia arrivata agli onori della cronaca. Abbiamo inaugurato il 14 settembre 2020, in pieno periodo Covid, il nuovo anno scolastico con il Presidente Mattarella. Un anno che ha ci ha portato, a porre ancor più attenzione, a quelle che sono le relazioni educative, abbiamo costituito dei patti educativi di comunità assolutamente unici e tutto questo ha fatto sì che noi riceviamo praticamente visiting ogni giorno dalla Sardegna, dalla Sicilia, da Milano, dal territorio confinante e abbiamo prenotazioni fino a Maggio 2023. Gli insegnanti che arrivano da noi hanno veramente bisogno di vedere, respirare e soprattutto sentire una scuola diversa, dove il futuro è già qui è già ora e dove la differenza è possibile farla oggi. Come organizziamo i visiting? Premetto che sono tutti gratuiti, di solito ci sono quelli più grandi, che prevedono 30, 40, 50 persone in un giorno, sono presente anche io, spiego quelle che sono le scelte organizzative della nostra scuola, perché la scuola non può essere solo una lista della spesa, un acquisto di arredi, strumenti, ma occorre una chiara intenzionalità progettuale. Quindi spieghiamo perché siamo scuola senza zaino, come facciamo scuola senza zaino, perché siamo scuola con ambienti di apprendimento, con aule tematiche, quindi scuola dada, che significa fare da noi anche outdoor Education e quindi scuola all’aperto. E poi loro vanno nelle singole classi, parlano con gli insegnanti e si vede la meraviglia nei loro occhi, quando vedono cose particolari dalla cyclette al tapis roulant nella sala insegnanti, dalle piante agli orti vertical,i all’anfiteatro naturale all’aperto ma soprattutto quando i bambini li accolgono, li abbracciano e li fanno sentire come se fossero esattamente a casa.
Il Piano scuola 4.0 che prevede la digitalizzazione degli ambienti di apprendimento come sarà realizzato nel suo Istituto? Quanti e quali laboratori sono previsti, oltre quelli già presenti, nei vari ordini di scuola?
Il Piano scuola 4.0 è un piano programmatico che determina e determinerà, a mio parere quello che sarà il futuro relativamente immediato delle nostre scuole. Credo che il Piano scuola 4.0 da una parte deve far tesoro, di tutti quelli che sono stati gli errori, ma anche le opportunità del recente piano nazionale scuola digitale. Gli errori da non fare sono: innanzitutto di non ridurre tutto il piano a una lista della spesa, quindi un acquisto di strumenti, siano essi digitali oppure semplicemente cose, come gli arredi, e pensare che tutto possa cambiare, portando cose. Ci vuole una visione pedagogica chiara, importante. Noi stiamo lavorando già da diversi mesi. In realtà ce lo aspettavamo, perché comunque nel PNRR, già da un anno si definiva e si parlava di un investimento dedicato agli ambienti di apprendimento. Io direi anche finalmente! Come lo stiamo facendo? lo stiamo facendo da una parte, coinvolgendo tutti gli Insegnanti; nelle nostre giornate pedagogiche, che noi abbiamo durante l’anno e in cui sospendiamo le attività didattiche, cioè chiudiamo la scuola agli studenti mentre gli insegnanti rimangono a scuola in autoformazione. In queste giornate ci siamo interrogati su quali fossero le buone pratiche anche negli ultimi anni, in termini di ambienti di apprendimento. Pensiamo a degli ambienti dove si va oltre l’aula, dove si supera il tempo di lezione, noi già lo facciamo in parte, con la classe tra le classi dove lavoriamo per classi aperte, dove anche gli stessi spazi informali, dai corridoi agli atri sono essi stessi luoghi di apprendimento, come anche gli spazi all’aperto. In particolare, noi continueremo a investire sulle aule tematiche, come quella di geografia, uno spazio fisico dove ci sono lampade, luci, attenzione alla fonoassorbenza, ai colori, dove ci sono vecchi atlanti ma anche ipad dove poter esplorare a 360 gradi il nostro mondo e i pianeti. Nella nuova Aula musicale, abbiamo realizzato una sala prove, una sala di incisione e dall’altra parte, comunicante, una sala un po’ più grande da 50 metri quadr,i dove poter mandare in streaming video podcasting, musica e quant’altro. L’investimento sarà dalla primaria alla secondaria di primo grado. Realizzeremo una future classroom completamente in legno, che declinerà almeno per quanto riguarda la scuola primaria, i principi di senza zaino, accoglienza, responsabilità, ospitalità, prevedendo, un’aula con angoli, spazi laboratoriali assolutamente flessibili, cioè l’aula stessa diventa un ambiente di apprendimento, polifunzionale. Grande attenzione sarà dedicata poi, anche alla possibilità di poter esplorare interattivamente gli spazi della scuola. Coinvolgeremo e stiamo coinvolgendo attivamente le famiglie, ancor più gli stakeholder del territorio, le cooperative, le associazioni. Noi abbiamo una start up che si chiama Creative Lab dove siamo un incubatore, portiamo il territorio a investire sulla scuola, e facciamo viceversa; poiché pensiamo che almeno
uno dei nostri ambienti debba essere costruito insieme al territorio per restituirlo al territorio.
Un esempio quindi, virtuoso, di scuola, servizievole.