Storia della quarantena di una insegnante “positiva”

Scritto da il 11 Gennaio 2022

Oggi, lunedì 10 gennaio, mentre scrivo, i miei alunni di classe prima “elementare” e quasi tutti gli studenti d’Italia sono tornati nelle loro aule dopo le vacanze natalizie, con loro gli insegnanti, io no: io, insegnante vaccinata, sono a casa per riprendermi dai postumi di una positività al Coronavirus sintomatica.

di Donata Baccelliere

E se, come ci insegna Elsa Morante, la Storia (con S maiuscola) è nelle storie dei singoli che la fanno e la subiscono contemporaneamente, desidero raccontarvi come è andata, come è che mi sono trovata, in una situazione imprevista ma, forse, prevedibile. Chiedo al lettore di fare attenzione alle date, perché è nella tempistica che si riconosce la capacità di un singolo, di una organizzazione o di uno Stato di fronteggiare l’emergenza!

Lunedì 20 dicembre, nel corso della mattinata, la rappresentante di classe mi preannuncia l’attesa dell’esito di un tampone fatto eseguire per lieve sintomatologia comparsa il venerdì 17 a un alunno della mia classe, dopo poco mi giunge, sempre in telefonata privata, l’esito di positività, dunque invito la famiglia interessata a dare tempestiva segnalazione alla scuola. Nel pomeriggio il Dirigente mi comunica che disporrà la Didattica a Distanza dal martedì 21 in via precauzionale.

Con la calma possibile in una classe di bimbi di 6 anni che sono già in clima natalizio, informo i miei alunni e organizzo “le valigie”: devono portare con loro nello zaino tutto quello che servirà per le attività a distanza e tutti i materiali che normalmente si rinviano a casa prima di un lungo periodo di chiusura. Sembra che abbiano qualche difficoltà a orientarsi: abbiamo lavorato
tanto sulla scansione dei tempi scolastici e sul loro utilizzo, dunque le osservazioni che fanno: “Maestra! Ma non è venerdì! E poi dobbiamo rivedercigiovedì per la merenda di Natale!”

Sono azzeccate, hanno imparato come si gestisce il tempo ma nell’emergenza non serve quello che hanno imparato: devono e dobbiamo eseguire ciò che ci viene ordinato! Poi, all’uscita, si manifesta in tutti la comprensione degli eventi: pianti e abbracci non si possono frenare, i “miei” bimbi hanno tenuto tutto dentro per due ore e adesso ognuno va via con nonni, mamme, papà, babysitter e con tutti i dubbi su cosa accadrà l’indomani e dei loro incontri in famiglia e dei viaggi organizzati per queste che dovevano essere vacanze di serenità.

Dal giorno dopo cominciamo i collegamenti per la DaD: tutti pronti e presenti, vispi e curiosi come sempre, sono io quella non tanto in forma: qualche grado di febbre. Progressivamente i bambini eseguono i tamponi rapidi da cui risultano tutti “negativi”; faccio notare qui che l’esecuzione dei tamponi è stata fatta a spese di ciascuna famiglia e non richiesta da nessuna autorità competente!
Proseguiamo con la Didattica a Distanza fino a giovedì 23, ultimo giorno: la mia febbre continua a persistere e salire, rimango in casa ovviamente e in casa c’è anche mio figlio!

Finalmente il 25 dicembre, sì, proprio la mattina del 25, cioè il giorno che seguiva gli incontri serali di vigilia, giunge la comunicazione dell’ASL che dispone l’isolamento fiduciario dal 17 (sì, dal 17!) fino al 31 compreso per tutta la classe e promette l’esecuzione di un tampone molecolare per accorciare il periodo di quarantena. La convocazione per l’esecuzione del tampone giunge per il 29, si presentano solo quattro o cinque bambini: non ne vale la pena per solo due giorni di quarantena rimasti! Io prendo una tachipirina e vado al punto di prelievo, il giorno dopo mi giunge l’esito di
positività, peraltro atteso! Esegue un tampone anche mio figlio, febbricitante da un paio di giorni: positivo!

E inizia la quarantena! Non siamo finiti in ospedale ma il disagio fisico c’è stato ed è stato aumentato dalla sensazione di impotenza e dalla strana situazione in cui, nel flusso di informazioni continue in cui siamo sommersi, nel momento in cui serve sapere cosa fare, non ci sono risposte: chi deve prenotare il tampone di controllo? I tamponi molecolari sono imprenotabili anche
dai medici per congestione dei punti di prelievo, come si può ovviare? Il servizio di numero verde è inaccessibile per sovraccarico delle linee, a chi mi rivolgo? Per cessare la quarantena basta il tampone antigenico o è necessario il molecolare? Le disposizioni, nel corso di questi 15 ultimi giorni, sono continuamente cambiate e, comunque, persistono diversità da regione a regione
per molti aspetti della questione. Personalmente speravo nell’intervento di risoluzione del servizio Covid-Scuola ma, poiché la mia positività, seppur contratta a scuola, non coinvolgeva la scuola nel rischio di contagio, dovevo sbrigarmela io!

Solo sabato 8 gennaio sono riuscita a fare il tampone antigenico che mi ha liberato e così anche mio figlio! Oggi, se mi fossi del tutto rimessa, sarei dovuta tornare a scuola nelle condizioni che tutti conosciamo dai mezzi di comunicazione, in buona sostanza la Scuola è ripartita con le “dita incrociate”: dopo due anni di emergenza e quattro ondate pandemiche la soluzione è la “scaramanzia” o l’invocazione “Che Dio ce la mandi buona!” Dopo appelli alla fede nella Scienza e la pretesa di chi ci governa di aver dato “regole chiare” noi, cittadini, genitori, insegnanti andiamo nei luoghi di lavoro e di studio sperando nella buona sorte!

No! Il mio non è un ennesimo appello alla chiusura e alla DaD ma l’invito a constatare che nulla, nulla, nulla che si poteva fare è stato fatto: impianti di sanificazione o di aerazione o di purificazione; individuazione di nuovi spazi; ripristino di organizzazioni orarie che consentono il mantenimento delle “bolle” anche alla Primaria, come il Tempo Pieno con due insegnanti contitolari su una sola classe; possibilità di nomina di supplenti fin dal primo giorno di assenza per non “forzare” l’organizzazione con spostamenti di insegnanti su più classi
e, dunque, aumento della possibilità di diffondere il contagio e altro ancora! Le rilevazioni INValSi hanno “bocciato” la Dad nell’assoluta maggior parte dei casi; i dati sullo stato di salute mentale dei bambini e dei ragazzi denunciano l’incidenza fortemente negativa dell’isolamento: ma davvero qualcuno crede che nelle condizioni in cui si è riaperta la scuola si potrà fare una didattica
efficace e consentire relazioni sane? I vaccini hanno alleggerito le terapie intensive ma ora è tempo di responsabilità, intelligenza ed etica da parte di tutti coloro che prendono
decisioni sul futuro dei nostri giovani, diversamente davvero ci rimane solo la preghiera o la scaramanzia!


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