LA FLIPPED CLASSROOM COME METODOLOGIA EFFICACE PER LA PROMOZIONE DELLA DIDATTICA INCLUSIVA
Scritto da Carmen Leo il 22 Aprile 2021
In questi ultimi anni, tra le diverse metodologie didattiche che sono andate via via diffondendosi nell’ambiente scuola, notevole rilevanza ha assunto il cosiddetto flip teaching che, tradotto dall’idioma anglosassone, assume il significato letterale di insegnamento capovolto, il quale a sua volta è destinato ad una classe capovolta, o flipped classroom che dir si voglia.
Tale innovativo metodo verte su una strategia di insegnamento/apprendimento, supportata anche e principalmente da contenuti digitali, in cui tempi e schema di lavoro risultano invertiti rispetto alle tradizionali modalità. Durante una lezione tradizionale, l’insegnante spiega i contenuti delle discipline alla classe nell’aula scolastica. Ad un primo momento di spiegazione segue un secondo dove gli studenti svolgono i compiti individualmente a casa.
Nel modello della flipped classroom, il primo momento consiste nell’apprendimento autonomo da parte di ogni studente, che avviene all’esterno delle aule scolastiche, dove l’ausilio di strumenti multimediali risulta particolarmente efficace e produttivo.
Il secondo momento prevede che le ore di lezione in aula vengano utilizzate dall’insegnante per svolgere una didattica personalizzata, fortemente orientata alla messa in pratica delle cognizioni precedentemente apprese, dove la collaborazione e la cooperazione degli studenti sono aspetti che assumono centralità.
La flipped classroom produce, dunque, un ribaltamento dei ruoli tra insegnanti e studenti, dove questi ultimi sono chiamati ad assumere maggiore autonomia e responsabilità riguardo al proprio successo formativo, mentre il docente assume il compito di guidarli nel loro percorso educativo.
I fondamenti teorici di questo modello, affermatosi solo di recente, traggono origine da teorie scaturite dal pensiero di figure del calibro di Dewey e della Montessori, coevi della metà del secolo scorso.
L’attivismo pedagogico del Dewey si traduce in quel movimento di rivoluzione educativa, che all’inizio del secolo scorso mirava alla diffusione di un’idea di scuola non convenzionale dove lo studente era chiamato a divenire protagonista autentico del proprio apprendimento, ponendo attenzione allo sviluppo di capacità critiche e di ragionamento dell’allievo, stimolando, dunque, la pratica attiva e l’esperienza diretta, in opposizione all’immagazzinamento di nozioni tipici dei processi mnemonici. Il metodo Montessori, in particolare, richiama che l’allievo deve essere libero di sperimentare direttamente, di esprimere la propria creatività, di coltivare i propri interessi autentici, di avere padronanza di sé in senso integrale.
In una flipped classroom la responsabilità del processo di insegnamento viene quindi trasferita agli studenti in modo significativamente maggiore rispetto alla tradizionale modalità. In particolare, gli allievi possono controllare l’accesso ai contenuti in modo diretto, avere a disposizione i tempi necessari per l’apprendimento e la valutazione. Il ruolo del docente sarà quello di “guida” che incoraggia gli allievi alla ricerca personale e alla collaborazione e condivisione dei saperi appresi.
Pertanto, viene trasferita ai discenti la responsabilità del loro percorso, che si svolge più a casa che a scuola, tramite video presenti in Internet o realizzati “ad hoc” dai docenti, dove a questi ultimi spetta soprattutto il compito di assicurare sostegno.
La flipped classroom si prefigura come ottima metodologia rivolta alla didattica inclusiva , in quanto consente a ciascun alunno di scandire i propri ritmi di apprendimento e di stabilire un percorso personalizzato, che se pur comune a tutta la classe tiene conto dei bisogni educativi di ognuno. I compiti svolti a casa vengono discussi in classe e, se gli obiettivi di apprendimento prefissati non vengono raggiunti da tutti gli studenti nei medesimi tempi, si rende necessario soffermarsi ulteriormente su quanto trattato, assicurando azioni di rinforzo delle nozioni presentate. Solo al raggiungimento dei traguardi da parte di tutto il gruppo classe, sarà possibile passare all’obiettivo successivo, ad uno step di conoscenza più alto per costruire strato su strato un percorso formativo basato sull’acquisizione di competenze effettive ed efficaci, spendibili fattivamente in tutti gli ambienti del vivere sociale.
Lecce, 19 aprile 2021