LA DAD E IL VUOTO DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA

Scritto da il 8 Aprile 2021

Tema scottante quello dell’inclusione, della dimensione che ci permette di riconoscerci e di agire in contesti familiari, di essere risorsa che avvalora, crea e modifica gli ambienti di apprendimento: la DAD, o meglio l’emergenza Covid, ci ha precluso da tutti i contesti socializzanti. L’isolamento forzato e la modalità online dà luogo ad emozioni ed immagini in sospensione, ad astronauti su navicelle spaziali sganciate dal pianeta terra, dal luogo di appartenenza, da quell’ambiente esplorato e conosciuto che rimanda alla sicurezza, a parametri fisici ed emotivi noti: una rottura della nostra identità, da quello che eravamo, dai nostri gesti quotidiani, abitudini, dalle strette di mano, alle pacche sulle spalle, a contatti semplici e rassicuranti. La scuola sembra assumere l’aspetto di un altro pianeta dove sono atterrati i docenti, smarriti, alla ricerca di nuove risorse, destreggiandosi con quelle già tesaurizzate: ingressi, corridoi e aule che sembrano più grandi, quasi incombenti, silenziose, da indurre quasi a percorrerle in punta di piedi. In queste aule si scorgono, come piccole stelle nel firmamento, pochi o più spesso, un unico alunno con Bisogni Educativi Speciali “accompagnato“, nel proprio percorso di crescita, dal docente di sostegno o dall’Assistente all’Autonomia, altre volte affiancato anche dal curriculare che si collega con il resto della classe in remoto. A questi alunni non resta che riconfigurare lo spazio esterno: i luoghi conosciuti acquistano una fisionomia diversa, gli spazi, i suoni, i volti, sempre troppo pochi, semicoperti dalle mascherine. La riconfigurazione dello spazio esterno si ricollega alla riconfigurazione dello spazio interno: ma, da dove cominciare per capire… Da dove partire per comprendere il perché “sono rimasto solo io” in quell’ambiente arido, senza il fragore delle risate, della tensione palpabile che precedeva le interrogazioni, senza gli ammiccamenti e l’alzarsi all’unisono, come un’orchestra, per il saluto all’insegnante… Al docente di sostegno e agli altri “accompagnatori” (docenti curriculari ed educatori) il compito di contenere emotivamente lo smarrimento, la delusione e la rassegnazione di questi alunni, di sostenerli gestendo a loro volta la propria solitudine, la frustrazione e l’impossibilità di far esperire loro ambienti di vita. Questa inversione di marcia, questo isolamento nell’isolamento (gli altri compagni sono tutti nel monitor) sgretola ulteriormente le fragilità, le specialità, che con tanto impegno e dedizione la normativa sui BES dalla Legge 104/92 fino al DI 189/20, ha cercato di tutelare e di valorizzare.

Foto di mohamed Hassan da Pixabay 

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Opinione dei lettori
  1. Cecilia   Di   9 Aprile 2021 alle 00:33

    Eppure Psicologi Fvg dichiarano di non alimentare le lotte tra no Dad e si DaD. Bisogna solo aiutare i figli, accompagnarli a capire, porre in essere un cammino in supporto didattico e collaborativo tra scuola e famiglia.
    “È errato contrapporre, in un momento di emergenza come questo, la scuola in presenza e la scuola a distanza: ovvio che le due modalità didattiche non sono sovrapponibili, ma attenzione a non alimentare battaglie le cui conseguenze finiscono per scaricarsi sui figli che, invece, necessitano di essere aiutati e affiancati in un clima il più sereno possibile e senza lotte”. E’ quanto afferma il presidente dell’Ordine degli Psicologi Fvg Roberto Calvani nel giorno in cui in tutta la regione sono state attivate le lezioni online per tutti gli ordini di scuola. “Ciò che conta – aggiunge – è far capire ai bambini che anche la scuola da remoto è scuola, in modo che questo periodo non venga vissuto come un’anticipazione della sospensione pasquale, ma sia considerato a tutti gli effetti una prosecuzione sotto altra veste dell’impegno scolastico”. “Per questa operazione, oltre agli insegnanti stessi, sono arruolati i genitori che devono sentirsi investiti, proprio per la loro funzione educativa a cui non possono abdicare mai, di un compito di co-affiancamento e di supporto al cammino didattico dei figli – è l’invito di Calvani -; penso soprattutto a chi frequenta le scuole primarie e la secondaria di primo grado, ritenendo che alle superiori ci possano essere maggiore consapevolezza e autonomia. Le ricette che possono servire ai genitori dei più piccoli si riassumono in tre parole-guida: motivazione, empatia e ascolto attivo, indispensabili soprattutto per le prossime settimane di lezioni e lavori online”. “In questa fase la socialità e la relazionalità sono di nuovo sospese per quasi tutti – conclude il presidente – l’essenziale è non far pesare sui figli questa ‘lontananza’ da scuola perché ciò comporterebbe una più accentuata insofferenza subita”.
    Più chiaro di così, si continuano a sbandierare considerazioni personali avulse di ogni scientificità. Questo articolo è veramente non supportato da alcun fondamento.
    Grazie per la pluralità dell’informazione che senz’altro accoglierete.

  2. Lucia Immacolata Bocchetti   Di   23 Aprile 2021 alle 19:40

    Ringrazio Cecilia per aver letto il mio articolo e per aver riportato le affermazioni del dott. Calvani, che a mia volta ho letto con piacere. Non vedo però il nesso con il mio articolo… non è una pubblicazione su una rivista scientifica e non vuole assurgersi a paradigma… è una chiave di lettura di un contesto che esperisco e che riporto nella sezione “Voci del territorio”.

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