Un buon inizio ha bisogno di stupore, di speranza
Scritto da redazione il 11 Gennaio 2021
E’ così che sento di presentarmi a tutti voi, non solo per le funzioni che espleto, ma perché il 18 dicembre scorso, in ritardo e frettolosamente, ho “ascoltato note“ in procinto di farsi orchestra e il cuore, connesso alla mente, ha pulsato a dispetto delle mie ritrosie e della stanchezza di un giorno di “ordinaria follia”.
Tirata in ballo in qualità di dirigente ho avuto l’istinto di fuggire: di scuola è pervasa la nostra vita e in procinto delle festività ti accorgi che non esistono confini programmati che salvaguardino il tuo sacrosanto spazio privato e quello pubblico, permeato di responsabilità e di incombenze che si portano a casa facendo cadere nell’oblio anche il Natale! E invece, ogni volta che avrei voglia di volgere lo sguardo altrove, le persone che incrocio nella scuola, con la ESSE maiuscola, finiscono per togliermi il fiato! Ho preso appunti frammentari nel tentativo di fermare le molteplici sollecitazioni che hanno preso forma in quell’incontro pre natalizio in barba alle difficoltà di connessione ( quanto da dire e scrivere avremmo su questo argomento!).
Didattica della storia, orientamento, attitudini e processi, conoscenze e informazione, conseguenze, robotica, coding, spazi di apprendimento, formazione, prospettive di cittadinanza sovranazionale, didattica speciale, cura educativa, carcere, sono stati solo alcuni dei temi che hanno costituito la trama di esperienze narrate da Filomena Taverniti, Margherita, Rosaria Vecchio, Valeria Longobardi, Fiorella, Mariella Summa, Doriana D’Elia, Filomena Neiviller, Lucia Pollio, Silvia Palmieri, Maria Centrella, Maria Grazia ,Giuseppe Iacomino.
Non me ne vogliano quelli che sono scappati per difetto di connessione. Quanta energia e bellezza! Mi sono presa un tempo lungo per ripensare alle telefonate interminabili con Enzo: la sua costanza e determinazione hanno avuto la meglio! Non ho mai scritto solo di scuola. La mia attività pubblicistica è stata il mio respiro, l’ anima che inseguiva i sogni per riconnettersi nel mondo ed osservarlo, pur sapendo che quelle boccate di ossigeno sarebbero state linfa per prospettive diverse, per scoprire legami di senso, predittivi e attenti, in grado di sostenere gli sguardi molteplici che avrei incrociato nelle stanze degli edifici scolastici per provare a disintegrarne muri e distanze, per offrire spazio e tempo ai sogni!
La Scuola con la ESSE maiuscola fatica a delimitarsi, a ingabbiarsi. Da sempre spazio in cui si alternano e convivono tutti i mondi possibili, si cimenta a tracciare confini per la sua sopravvivenza: nella ricerca di definizioni possibili si sperimentano, anche inconsapevolmente, processi non sempre codificabili, perché la magia degli incontri è direttamente proporzionale al suo farsi relazione, costruzione di un noi che definisce, di volta in volta, il percorso e il processo.
Quel Noi era rappresentato, e solo parzialmente, il 18 dicembre. Lo ricordiamo in procinto del prossimo! Io vorrei esserci!
Buon anno!
Anita Monti