Parlo del Mare e di una delle sue città simbolo. Costruire con il Mare

Scritto da il 11 Gennaio 2021

Napoli sta a ombelico del Mediterraneo. Napoli sta in mezzo al Mediterraneo come il mese di maggio in mezzo all’anno” Erri DE Luca

Ho diretto Scuole di Mare (Istituti Nautici) e so e sento che il Mare può essere rinascita. Ecco perché parlo oggi di qualcosa che esula dalle tematiche scuola di Laesse tv, ma che può risultare utile a chi dei nostri giovani deve prepararsi al futuro.

La nostra storia, la storia di Napoli in particolare con le sue isole, nei millenni non è stata semplice. Destini e poteri diversi si sono succeduti nel panorama del passato e continuano a farlo nel  presente. Testimone fedele e costante, il Mare, ora lastra immobile e silenziosa di fronte al rumore di forti accadimenti, ora viva e musicale canzone nei momenti di serenità.

Ci sono state spesso pagine grigie della nostra storia vissuta e presente, ma come sempre i Napoletani hanno la giusta dose di résilience  per riprendersi.

Ed in questo cammino di résilience ha aiutato e può ancora aiutare il Mare. Con Napoli e con città costiere.

Mare / Mediterraneo.

Due parole cardine di grande valenza. Fanno pensare a qualcosa di antico, di eterno, quasi di sacro, ma anche di moderno, di attuale, di vitale.

La prima, Mare, metafora di infinito.

Marguerite Duras  scrive: “Guardare il Mare è come guardare il gran Tutto”.

La seconda, Mediterraneo, è ondivaga, fra un passato di memoria e di storia legato all’intreccio di culture, ed un  presente, variegato, talora confuso,  ma sempre vitale e ricco di risorse.

Non è facile un percorso su questa rotta, soprattutto perché, insieme ad Università,  Istituzioni pubbliche, Fondazioni e Associazioni, microcosmi culturali collegati a studi sociali, economici,  storici, artistici, letterari e persino archeologici, bisognerà far sì che il “mare nostrum” diventi un omnium nostrum mare.

Non è facile, lo ripeto. Eppure gli attori ci sono, sono importanti, positivi, concreti, intelligenti, soprattutto fattivi. Si ha solo bisogno di giovani che credano in questo futuro 

Il Mare, se rispettato e valorizzato, non tradisce. Lo confermano anche le nostre storiche Repubbliche marinare, città portuali italiane che, a partire dal Medioevo godettero, grazie alle attività marittime, di autonomia politica e di prosperità economica.

 Il Sud, (con Napoli, “a ombelico del Mediterraneo”), è fulcro e raccordo tra Mediterraneo ed Europa, un serbatoio di energie e di intelligenze per l’intero Paese, una prospettiva funzionale di dinamismo sociale.

È fine precipuo della teoria illuminare, ogni volta, il volto del passato, la situazione del presente, da far germogliare nuovi grandiosi effetti in una dialettica che  è spirito di vera presenza dell’essere nella società, in una costruzione di senso più vasta che riguarda  un’intera epoca storica.

Ecco perché è proprio da questo tessuto connettivo, contesto di cultura e studio, attento al Mediterraneo, che si deve partire per costruire, o ri-costruire.

 Ecco, la parola simbolo, per noi ancora frastornati da pandemia e difficili situazioni sociali, è: costruzione.

Costruzione di un ruolo attivo della città di Napoli (ma anche di altre nostre città di mare) quale piattaforma culturale, relazionale, logistica anche per  altri Paesi del Mediterraneo.

Costruzione di una platea di comunità solidali con la finalità precipua di migliorare le situazioni di partenza attraverso i settori della Cultura, del Turismo, compreso quello archeologico, della Formazione e dell’Agro/alimentare.

Costruzione di un supporto etico, sociale, culturale alla gestione del patrimonio mediterraneo come dominio collettivo, luogo di contrasto alle discriminazioni,  allo sfruttamento, alla violenza.

Costruzione di scelte a favore del lavoro e dello sviluppo.

Costruzione di inserimento dignitoso delle popolazioni nord africane che continuano ad affrontare i pericoli del mare alla ricerca di benessere e di solidità civica nel nostro Paese.

Costruzione di  alternative positive in un contesto che sembra soffocarci nelle spire del disinteresse e dell’abulia collettiva.

Il Mediterraneo non  solo storia, arte, poesia, memoria, crocevia di culture. Ma anche e soprattutto energia di lavoro, possibilità di formazione e di crescita sociale e civile.

Certo, non sarà facile intraprendere una strada di co-costruzione. Ma sulla scia di parole chiave “fiducia, entusiasmo e dinamismo”, si può ben sperare nel rispetto delle parole d’ordine di Europa 2020: sostenibilità, inclusività, solidarietà… “. Slogan vuoti se non si uniscono con i problemi e le potenzialità dei Sud vicini e meno vicini.” Come afferma Alessandro Laterza. E, si può aggiungere, senza la coesione e la partecipazione di chi vuole riportare Napoli alla giusta posizione di simbolo di crocevia produttivo nel Mediterraneo.

 Mi piace pensare ad un simbolo, un logo, per chi crede nelle opportunità del Mare, anzi del Mediterraneo, e aspira a costruire per il Mediterraneo: una feluca, la leggera imbarcazione bassa e veloce con due alberi a vela latina, tipica delle coste africane, ma anche delle coste europee (oggi ancora è diffusa in Sicilia e Calabria per la pesca): simbolo quindi dell’unità dei paesi del Mediterraneo.

“Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove vuole andare”, diceva Socrate.

 Ma la “nostra feluca” sa dove vuole andare!

Angela Procaccini

Foto di Lajos Móricz da Pixabay 


Opinione dei lettori
  1. Luigi minieri   Di   11 Gennaio 2021 alle 19:06

    Ci vorrebbero più voci entusiaste e fattive come la sua per una risorsa importante come il mare ed in particolare per il Mediterraneo , centro di traffico e cultura .
    Posso solo concludere con un ‘io ci sono’
    Complimenti

  2. Luigifranco Zoena   Di   11 Gennaio 2021 alle 19:30

    Grazie Angela per le tue parole che illuminano, confortano, soatengono ed incoraggiano: in questo momento ce n’è tanto bisogno. Grazie

  3. Renato Occhiuzzi   Di   11 Gennaio 2021 alle 20:11

    Ho letto con grande piacere le considerazioni della prof.ssa Procaccini, e le condivido completamente.
    Vorrei aggiungere un aspetto del mare che mi ha sempre colpito, fin da quando, ragazzino, leggevo di viaggi e scoperte meravigliose.
    Il mare è sempre stato visto anche come un ostacolo da superare, da affrontare coraggiosamente…
    I nostri antenati ponevano ai confini del mondo un immenso mare, un immenso limite che divideva il conoscibile dal proibito, e chiunque lo superasse andava incontro ad una fine certa.
    Non era dato sapere cosa ci fosse al di là di questo mare immenso…
    Gli dei proibivano assolutamente di attraversarlo pena la morte.
    Ma cosa poteva esserci oltre questo mare?
    Mi viene in mente il mito dell’albero della conoscenza, i cui frutti Dio aveva vietato ad Adamo ed Eva di cogliere…
    Ecco: il mare è come l’albero della conoscenza, oltre il quale c’è il mistero, mistero che l’uomo non deve conoscere.
    La funzione del mare, da questo punto di vista, è quella di limite invalicabile tra conoscenza ed ignoto…
    Ma è proprio il suo essere limite che pone il mare come un ostacolo da affrontare, costi quel che costi…
    Gli Dei hanno creato un limite che solo gli uomini che desiderano conoscere, che sono disposti anche a rischiare la vita per il conoscere, il sapere, affrontano…
    Una delle terzine più belle di tutta la Divina Commedia è quella che va dal verso 118 al 120 del Canto XXVI dell’Inferno, la frase che Ulisse pronuncia e che infiamma i cuori dei suoi compagni convincendoli a proseguire nel mare fin oltre i confini del mondo…
    Ecco: il mare è il limite che gli uomini devono necessariamente avere per aspirare alla conoscenza…
    Senza un ostacolo da superare non c’è conoscenza… e il mare ne è una perfetta metafora.

    Renato Occhiuzzi

  4. Lucia   Di   13 Gennaio 2021 alle 08:54

    Sono nata e cresciuta in prossimità del mare in simbiosi con esso e ben presto ho appreso il fascino dei suoi colori in tutti i mesi dell’anno. Guardare l’ Alba, il Tramonto, i gabbiani in volo, uno spettacolo impagabile eppure gratuito. Sarà facile comprendere che il mio sport preferito è andare in canoa sotto costa soprattutto in primavera. Mi sorprendevo a pensare quanto un pò di cozze e un granchietto potessero rappresentare un pasto ambito dal punto di vista nutritivo e del gusto. Il mare ha una propria capacità intrinseca di rigenerazione, come dimostrato durante il primo lockdown, una forte personalità e rappresenta il movimento, la vita, la storia, la moralità, la bellezza, la poesia, la prudenza. Molto completo e gradevolissimo l’articolo della Preside Angela Procaccini su quanto sia importante far conoscere l’importanza del mare ai giovani, sul ruolo storico di Napoli quale punto di riferimento geografico e culturale in pieno Mediterraneo, per sensibilizzare a futuri progetti di “navigazione”

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