Lavoratori fragili nella scuola
Scritto da Mimma Pinsino il 5 Gennaio 2021
Con il diffondersi della pandemia si è mostrato un problema che prima era sconosciuto a molti, ovvero l’esistenza dei lavoratori fragili. Cosa significa essere fragili:
“Il lavoratore fragile non è necessariamente chi ha una condizione di disabilità o invalidità certificata, anche se spesso le condizioni si sovrappongono (in Italia, oltretutto, ci sono molto patologie rare che sono malattie invisibili per il governo) ma, in relazione alla diffusione del coronavirus, tutte quelle persone che sono più predisposte ad infezioni o anche in cui il covid-19 avrebbe un esito più grave, se non nefasto, come chi ha patologie autoimmuni, chi assume immunosoppressori, i malati oncologici, chi ha cardiopatie o malattie respiratorie importanti e i diabetici non compensati. Con la chiusura delle attività lavorative, questi lavoratori sono stati tutelati con l’introduzione del codice inps v07, attraverso il quale questi potevano usufruire della malattia straordinaria (che non incideva nel comporto) nel caso in cui non fosse stato possibile il lavoro agile da remoto. Questa tutela è venuta meno il 31 luglio e non è stata rinnovata. L’emergenza però non è una situazione circoscritta come possiamo ben vedere e soprattutto, alla luce degli ultimi aumenti dei contagi, i lavoratori fragili non possono essere dimenticati. Si pensa sempre che i fragili siano le persone ultra ottantenni con mille patologie, come se questi fossero sacrificabili pur di continuare a vivere normalmente, oltre ad essere ciò profondamente triste e irrispettoso verso queste persone, dobbiamo anche pensare che il fragile è anche il nostro giovane amico con il lupus o l’artrite reumatoide, la mamma che ha avuto un piccolo tumore ecc. Una società che dimentica i fragili è una società che ha perso se stessa. Nei mesi di agosto e settembre queste persone sono rimaste senza più tutele, hanno usato la malattia ordinaria, oltre a ferie e permessi, fino all’aspettativa, altre volte sono state costrette a tornare a lavoro nonostante alcuni ambienti non fossero assolutamente posti in sicurezza. Alcuni sono arrivati a non avere più retribuzione o rischiare il posto di lavoro per superamento del comporto. Pensiamo agli infermieri che tanto abbiamo ringraziato a marzo, ai cassieri dei supermercati e infine agli insegnanti. Il problema infatti è saltato all’occhio dell’opinione pubblica maggiormente con l’apertura delle scuole: perché in una situazione di carenza strutturale di personale docente, la mancanza anche solo di una parte di questi perché inidonei, avrebbe reso ancora più difficile la ripresa scolastica. Al contrario di quanto detto gli insegnanti non chiedevano di non lavorare, ma di lavorare in sicurezza e dove non possibile di essere destinati ad altro fino a fine emergenza. Il 13 ottobre, finalmente, è stato approvato il decreto legge n. 126, questo prevede che la malattia fino al 15 ottobre non solo venga equiparata al ricovero ospedaliero, ma che non venga conteggiata ai fini del comporto, ha inoltre previsto per i lavoratori fragili di svolgere il proprio lavoro in modalità agile, da remoto. Ad oggi purtroppo moltissime aziende, ed anche enti pubblici, negano queste possibilità. I lavoratori fragili ad oggi sono costretti a stare in malattia per proteggersi, malattia che incide nel comporto e di conseguenza sulla retribuzione, esponendoli anche alla possibilità di essere licenziati; in altri casi queste persone sono state costrette a rientrare a lavoro, scegliendo tra stipendio o salvaguardia della salute. Altri ancora sono stati ingiustamente licenziati. E’ inaccettabile che la nostra società si dimentichi di queste persone, la fragilità o la malattia non devono rappresentare una punizione o un ulteriore motivo di vessazione sul luogo di lavoro. Al contrario, le persone con fragilità costituiscono una risorsa importante per la comunità in ogni suo ambito e per questa ragione è responsabilità collettiva proteggerli e al tempo stesso includerli”, dichiara Daniela Galloni, insegnante della Toscana e una delle amministratrici del gruppo Facebook “Docenti fragili e Covid”, con più di 800 iscritti, tutti fragili e per la maggior parte dichiarati temporaneamente inidonei alla mansione in presenza.
Al momento inutili sono state le innumerevoli mail, inviate da tanti membri verso le più alte cariche dei diversi Ministeri, atte a sensibilizzare chi di dovere, nei confronti della questione “docente fragile”. Quello che gli iscritti richiedono non è poi tanto astruso: avere la possibilità di mantenere la propria mansione e di lavorare da casa, come stabilito dalla legge, che dice:
al comma 1, lettera a), sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e le parole: “380 milioni di euro per l’anno 2020” sono sosttuite dalle seguenti: “663,1 milioni di euro per l’anno 2020″»; dopo il comma 1 sono aggiunt i seguent: «1-bis. All’artcolo 26 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertto, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, il comma 2 e’ sosttuito dai seguent: “
2. Fino al 15 ottobre 2020 per i lavoratori dipendent pubblici e privat in possesso di certficazione rilasciata dai competent organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esit da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relatve terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilita’ con connotazione di gravita’ ai sensi dell’artcolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, il periodo di assenza dal servizio e’ equiparato al ricovero ospedaliero ed e’ prescritto dalle competent autorita’ sanitarie, nonche’ dal medico di assistenza primaria che ha in carico il paziente, sulla base documentata del riconoscimento di disabilita’ o delle certficazioni dei competent organi medico-legali di cui sopra, i cui riferiment sono riportat, per le verifiche di competenza, nel medesimo certficato. Nessuna responsabilita’, neppure contabile, salvo il fatto doloso, e’ imputabile al medico di assistenza primaria nell’ipotesi in cui il riconoscimento dello stato invalidante dipenda da fatto illecito di terzi. E’ fatto divieto di monetzzare le ferie non fruite a causa di assenze dal servizio di cui al presente comma.
2-bis. A decorrere dal 16 ottobre e fino al 31 dicembre 2020, i lavoratori fragili di cui al comma 2 svolgono di norma la prestazione lavoratva in modalita’ agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigent, o lo svolgimento di specifiche attivita’ di formazione professionale anche da remoto”.
1-ter. Al fine di garantre la sosttuzione del personale docente, educatvo, amministratvo, tecnico ed ausiliario delle isttuzioni scolastche che usufruisce dei benefici di cui ai commi 2 e 2-bis dell’artcolo 26 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertto, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, come modificato dal presente artcolo, e’ autorizzata la spesa di 54 milioni di euro per l’anno 2020 .
1-quater. Alla copertura degli oneri derivant dal presente artcolo, pari a 337,1 milioni di euro per l’anno 2020, si provvede quanto a 55 milioni di euro mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all’artcolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato dall’artcolo 114, comma 4, del presente decreto, quanto a 282,1 milioni di euro mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’artcolo 22-ter, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertto, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, e quanto a 20 milioni di euro, in termini di fabbisogno e indebitamento netto, mediante utlizzo di quota parte delle maggiori entrate derivant dal comma 1-ter.
1-quinquies. All’artcolo 87, comma 1, alinea, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertto, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27, sono apportate le seguent modificazioni: a) al primo periodo sono aggiunte, in fine, le seguent parole: “e non e’ computabile ai fini del periodo di comporto”; b) al secondo periodo, le parole: “il lavoro agile e’ la modalita’ ordinaria” sono sosttuite dalle seguent: “il lavoro agile e’ una delle modalita’ ordinarie”».
Questo articolo è stato più volte citato nelle mail inviate ai politici, i quali fino ad ora non hanno nemmeno risposto; successivamente i docenti si sono rivolti ai sindacati, agli avvocati per capire i loro i diritti: i primi negano l’esistenza di questa legge, i secondi non se la sentono di iniziare una battaglia legale. Sono state inviate richieste anche ai provveditori che per tutta risposta, citano vecchie note ministeriali e offrono solo un cambio di mansione, e di conseguenza di contratto, portando le da 18 a 36 ore.
Insomma, per tutti, per opinioni pubblica, dirigenti scolastici, politici e provveditorati vari, gli insegnanti con gravi patologie, hanno sfruttato l’occasione, per stare a casa, non lavorare ed essere perfino pagati! Pochi sanno invece che non è così. Gli insegnanti a tempo indeterminato, dopo 9 mesi di malattia, cominciano ad avere delle decurtazioni. Coloro i quali invece sono proprio trattati in maniera impari ed ingiusta, sono gli insegnanti con un contratto a tempo determinato. Per loro è riserva un trattamento speciale: 9 mesi di malattia in un triennio, in cui il primo mese è retribuito al 100%, secondo e terzo mese al 50%, per poi essere a 0%. Ciò significa che, se l’emergenza dovesse continuare, un docente a tempo determinato e fragile, rimarrebbe nei prossimi senza stipendio, senza possibilità di potere lavorare in modalità agile, senza punteggio (che gli consenta di potere aggiornare le graduatorie finalizzate al ruolo), senza anzianità di servizio…ahimè si consola solo con la conservazione del posto. Non bisogna dimenticare che, fino ad ora, nessuno dei politici, nell’emanare le varie note e i vari decreti, hanno pensato di aiutarci, mettendo nero su bianco che le assenze per malattia d’ufficio, nel caso di emergenza sanitaria, non dovessero essere conteggiate nel comporto. Sia i docenti a tempo determinato che quelli a tempo indeterminato, non solo vengono “posteggiati” a casa, ma rischiano di essere anche licenziati, se superano il numero di assenze massimo loro consentito. Quindi sono il danno ma anche la beffa!
Da settimane oramai i docenti iscritti del gruppo lottano per i loro diritti, con tutte le armi a loro disposizioni, traendone anche danni psicofisici e aspettano che venga emesso un emendamento, grazie al quale si dovrebbe fare chiarezza sul comporto, spada di Damocle senza pari sulle teste di tutti i docenti fragili d’Italia. Di settimana in settimana sono in attesa e sperano che finalmente un po’ di giustizia sia fatta.
Purtroppo l’emendamento approvato il 20 dicembre 2020, seppur confermi per i lavoratori fragili il lavoro agile fino al 28 febbraio 2021, il periodo delle assenze rimane però calcolato nel comporto. In definitiva dall’emendamento la categoria insegnante non è stata assolutamente né agevolata né presa in considerazione. Sebbene faccia parte della pubblica amministrazione, difficilmente si è trovato un dirigente scolastico a venire incontro alle richieste dei tanti docenti fragili, che hanno fatto richiesta di lavorare da remoto, attraverso la domanda di utilizzazione. Richiesta da cui, naturalmente, i precari (figli di un Dio minore) sono stati esclusi.
La vigilia di Natale molti docenti a tempo determinato e indeterminato avrebbero voluto festeggiare che le assenze non rientrassero nel comporto, invece non hanno avuto proprio nulla da festeggiare. Rimangono piuttosto con un pugno di mosche in mano, delusi, amareggiati e rassegnati ad avere un trattamenti denigratori e punitivi.