Monadi con finestre
Scritto da Lucia Pollio il 22 Dicembre 2020
Dopo una serie di interventi radiofonici volti a sensibilizzare gli ascoltatori circa la figura dei dirigenti scolastici immersi in un cono d’ombra dal quale emergono qua e là, in maniera molto poco definita, immagini deformate di sceriffi, timonieri e burocrati posti in cattedra con lo scettro di un’autonomia funzionale tra le mani e la targhetta delle quattro responsabilità principali (penale, civile, amministrativa, dirigenziale) sulle scrivanie, la nostra azione su La Esseradio vuole porsi al servizio dei dirigenti e vuole offrire agli stessi un’occasione, e/o più occasioni, per fare sentire la propria voce.
Come monadi con finestre, i Dirigenti scolastici, alla direzione dei loro istituti, sono a capo di una comunità complessa composta da più parti (alunni, genitori, docenti, amministrativi, collaboratori di piano, ma anche Istituzioni territoriali e stakeholers). Letteralmente rapiti e fagocitati dal “quotidiano e dal programmato” hanno poche occasioni di confronto e condivisione di buone pratiche ed iniziative che possano dare vita ad un dialogo costruttivo o, se vogliamo, ad una nuova “industria delle idee condivise”.
L’idea dei Dirigenti esecutori di norme ed indicazioni che piovono dall’alto stride con il palcoscenico della realtà, nel quale i dirigenti sono i registi di un film dalle scene drammatiche, comiche, tragicomiche e, talvolta, impossibili nemmeno nell’immaginazione. Confessori dei drammi personali, balsamo nel dolore, “sollecitatori” di gruppi, rapitori dell’attenzione, troppo spesso sono raffigurati come manager freddi e distanti o come leadership didattica, ma non è così!
Se è vero che la scuola del futuro necessita di partire dalla territorialità e dalle spinte dal basso, allora più che mai i Dirigenti scolastici sono chiamati ad un’azione mirata per fare riconoscere la loro figura sociale spesso sottovalutata in nome di una “specificità” diminutiva e non accrescitiva.
I conti non tornano, né dal punto di vista logistico né dal punto di vista economico: intrappolati nella gestione delle risorse umane in un rapporto uno a molti, i capi di istituto mancano di un middle mamagement istituzionalizzato, formato e aggiornato e, se qualcuno urlasse che esistono i collaboratori e i vicari, i Dirigenti avrebbero buona ragione a rispondere che si tratta di figure incaricate e/o delegate da loro stessi, sottoposti, per altro, in questa circostanza, alla culpa in eligendo.
Inutile, in questa sede, prendere in considerazione l’atavico discorso relativo alla retribuzione, che oserei definire comico-ridanciana, riservata a persone (si guardino i più!) che trascorrono dalle 8 alle 12 ore in presenza unitamente ad un numero indefinito di ore lavorative domestiche.
Fiduciosa che questo “grido di esistenza” possa toccare gli animi dei dirigenti ascoltatori e lettori, vi esorto ad accogliere il mio invito a partecipare al dibattito che prenderà vita nei primi giorni dell’anno venturo.
Buone feste a tutti gli operatori della scuola.
Lucia Pollio
Foto di Free-Photos da Pixabay