La scuola: passaporto per il futuro
Scritto da Rosaria Barbara Ucchino il 10 Dicembre 2020
Fin dall’ingresso a scuola primaria, c’è una domanda che viene riproposta con cadenza regolare da temi, insegnanti e parenti: Cosa farai da grande? Purtroppo, sono pochi i ragazzi che già da piccoli sanno fornire una risposta a questa domanda. Per la maggior parte di loro, purtroppo, l’adolescenza, diviene uno dei momenti più critici della vita, perché si è chiamati a riflettere e a comprendere le proprie capacità e a riuscire a fare la propria scelta di vita futura. Nel prendere la decisione del percorso post-diploma ogni ragazzo, che frequenta l’ultimo anno delle superiori, si trova di fronte a tre tipologie di difficoltà :
conflitto tra i propri desideri e le aspettative o le pressioni dei genitori e degli insegnanti; insicurezza sulle proprie capacità e sulle possibilità di inserimento nel mercato lavorativo; mancanza /desiderio di una passione o attitudine specifica.
Il problema però, è che proprio in questo frangente di vita così delicato, molto spesso i giovani vengono lasciati da soli. Più che soli, bisogna dire che l’orientamento scolastico, nella maggior parte dei casi non è affatto efficiente o viene finalizzato solo in funzione del mondo universitario, senza analizzare le esigenze del mercato lavorativo. Secondo Bauman è di fondamentale importanza il ruolo delle scuole e dei docenti, perché in grado di cogliere i segnali manifestati dai giovani.
Per conoscere l’opinione dei ragazzi in merito all’ importanza dell’orientamento è stato preso in considerazione uno studio, nel quale sono coautrice: Post-Diploma choices of Students in southern, pubblicato nel luglio del 2016 su International Educational Scientific Research Journal [IESRJ], che si basa su u n sondaggio, realizzato su uno campione di 837 studenti di Messina, con lo scopo di valutare la scelta e la propensione degli studenti, frequentanti l’ultimo anno delle superiori, a proseguire gli studi o entrare nel contesto lavorativo.
Il questionario anonimo creato ad hoc, strutturato in venticinque domande e sei sezioni, oltre ad ottenere informazioni di base e interessarsi delle scelte post diploma, ha voluto mettere in evidenza da chi i i ragazzi avessero ottenuto informazioni utili per intraprendere i futuri percorsi di studio o lavoro e se ritenessero di essere in possesso delle informazioni utili ad intraprendere una scelta consapevole o avvertissero la necessità di avere ulteriori informazioni e da chi le volessero ricevere.
Dallo studio è emerso che l’orientamento assume un ruolo importante, anche se, solo il 47.7% proviene dalla scuola e dalla famiglia. Se non si focalizzano, l’attenzione e gli sforzi su un buon orientamento, i rischi possono essere molteplici: da un più alto tasso di abbandono e fallimento universitario, con una maggiore probabilità di cambiare facoltà, a finire con un numero elevato di studenti disoccupati dopo la laurea.
Quindi è necessario che la scuola e la famiglia agiscano in sinergia cercando di interpretare le esigenze degli studenti delle superiori sulle scelte del loro futuro immediato, perché i giovani costituiscono un bene prezioso per il nostro paese, per cui guidarli in scelte appropriate assume una necessità di primaria importanza, per evitare lo spreco di risorse. In una prospettiva europea di Lifelong Learnig l’orientamento diviene un elemento necessario e indispensabile in una scuola che sappia interpretare le istanze socio-cultura li odierne.
Così come emerge nella dimensione culturale ed economica europea, anche l’Italia dà molta importanza all’orientamento come elemento fondamentale nel processo di formazione della persona durante tutto l’arco della vita.
Si potrebbe pensare di creare in ogni scuola uno Sportello di counseling di orientamento in uscita, per gli studenti dell’ultimo anno, che permetta loro di avere a disposizione uno spazio di riflessione e di crescita sul tema della scelta post-diploma, di maturare un metodo per l’auto-orientamento, sviluppare competenze orientative e una progettualità personale. Questo servizio insieme alla formazione iniziale e in servizio dei docenti in tema di orientamento, potrebbe rappresentare un’opportunità in più, rispetto alle iniziative di orientamento informativo organizzate dalla scuola.
Prof.ssa Rosaria Barbara Ucchino