La didattica della storia ai tempi dei social

Scritto da il 8 Dicembre 2020

Tematica Attualità didattica La didattica della storia ai tempi dei social L’insegnamento della disciplina storica ha subito negli ultimi hanno un netto ridimensionamento e una riduzione sostanziale delle ore di lezione in tutta l’articolazione scolastica, già a partire dal primo ciclo. Basti pensare all’appello degli storici capeggiato da Grazioli riguardo il tema storico all’esame di stato nella secondaria di secondo grado per comprendere che la questione risulta di difficile soluzione.

Partendo dall’idea che la difficoltà risieda nel criterio della storia generale, ovvero nella necessità di coprire con pochissime ore settimanali degli archi temporali vastissimi possiamo individuare nella metodologia del laboratorio didattico una possibile soluzione al problema. Partire da una domanda problema, selezionare alcune tematiche che non abbiano necessariamente uno sviluppo cronologico coerente ma che abbiano un impatto attivo sui/sulle discenti.

Valutare la spendibilità della comunicazione dei social media, può essere una possibilità di strategia didattica: lo strumento del Meme si spende perfettamente per l’insegnamento della storia e per la dicotomia tra memoria e storia. La possibilità di lavorare su come, per esempio, viene gestita la conoscenza storica a livello pubblico può dare delle diverse soluzioni alla didattica in classe.

Cercando di fare un discorso concreto sarebbe urgente partire dalla considerazione che il metodo storico ha bisogno di un laboratorio da cui partire: selezionando un argomento come il mito di Colombo sarebbe possibile affrontare tramite lo studio dei meme, come suggerisce la pagina di Historia ludens, la creazione della figura di Colombo come padre fondatore delle comunità americane e la critica del mito pubblico tramite la recente furia iconoclasta.

In attesa di una seria riforma dei cicli e della disciplina storica, lo spostamento verso una didattica per tematiche anziché per criterio generale sarebbe possibile anche attraverso l’inclusione di nuovi strumenti digitali come la comunicazione sul web: per la secondaria di primo e di secondo grado sembra ormai necessario affrontare la comunicazione attraverso nuovi canali, non solo alla ricerca di motivazione e attenzione da parte delle nuove generazioni ma soprattutto per la portata sociale delle competenze storiche in quanto funzionali alle competenze di educazione civica. Comprendere la differenza tra memoria e storia, affrontare il tema della public history include la necessità di analizzare i nuovi canali di comunicazione. partire dalle fonti per giungere alla disamina delle questioni d’attualità, esercitare il debate su argomenti del presente invertirebbero quella riduzione dello spazio storico oramai quasi ineluttabile.

Filomena Taverniti, Roma

Foto di Tania Van den Berghen da Pixabay 


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