L’UNICA DIMENSIONE DELLA SCUOLA È QUELLA UMANA

Scritto da il 25 Novembre 2020

La scuola italiana in generale, quella campana in particolare, ha affrontato l’emergenza sanitaria con grande professionalità da parte di tutte le sue componenti e sta partecipando attivamente al cambiamento innescato dal covid-19: è cambiato il modo di fare scuola, è cambiato il lavoro per dirigenti e docenti, sta cambiando il contratto, stanno cambiando le strutture, le relazioni, gli strumenti e le strategie. Si sta lavorando molto e spesso in maniera emergenziale per rispondere ad istanze che arrivano ad horas dal Ministero. In questo tempo di emergenza sta nascendo la scuola del futuro e questo parto non può essere lasciato all’improvvisazione o alla definizione di linee guida dettate dall’alto e diversamente declinate in ogni singola realtà: ci vuole un piano a lungo termine, valido su tutto il territorio nazionale e in cui si recepiscano le istanze che partono dalla base, da chi lavora sul campo e sta verificando ciò di cui ci sarà bisogno nei prossimi anni. Innanzitutto un ripensamento delle politiche scolastiche legate al dimensionamento degli istituti. L’esperienza in corso del covid ha dimostrato che non è più pensabile la scuola dei grandi numeri, delle classi pollaio; gli spazi restano invariati e si dovrebbe ricorrere ai doppi turni per mantenere gli attuali numeri. Inevitabilmente nelle singole scuole si dovranno contenere le iscrizioni, ci sarà una riduzione del numero complessivo degli alunni per istituto, si metteranno a repentaglio le autonomie faticosamente costruite finora e che rappresentano le uniche certezze in questo contesto di emergenza prolungata. Inoltre, come dimostrano i dati Istat per l’intero territorio nazionale e per la Campania in particolare, a partire dal prossimo anno scolastico si subiranno anche gli effetti della decrescita demografica. I due fattori congiunti stanno già sollevando il problema del mantenimento dell’autonomia di alcuni istituti scolastici. Quale sarà la prospettiva se restano invariati i parametri fissati nel 2011? Sarà inevitabile l’accorpamento di scuole di ordini, territori e realtà molto diversi tra loro, con responsabilità sempre crescenti per i dirigenti scolastici. Questa istanza nasce dai dirigenti della scuola della provincia di Napoli e chiede al Ministro Azzolina di ridefinire i parametri per l’individuazione dell’autonomia scolastica degli istituti o quantomeno di attuare per il prossimo anno scolastico una sospensiva delle leggi L. 111/ 2011 e  L. 183/2011 considerando tutti i problemi, i cambiamenti, il carico di lavoro che la categoria dei dirigenti scolastici in primis ha già dovuto affrontare a partire dallo scorso febbraio. In questo momento la comunità scolastica non è in grado di reggere altri cambiamenti che ne stravolgerebbero ulteriormente l’assetto organizzativo. Mai come in questo momento storico ci sarà bisogno di ricostruire il tessuto sociale, di valorizzazione i rapporti umani, le relazioni dirette, non mediate, di mantenere delle comunità scolastiche più piccole, più umane, meglio gestibili. 

Valeria Longobardi

Foto di AkshayaPatra Foundation da Pixabay 


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