A Distanza… ma non troppo!

Scritto da il 15 Novembre 2020

Negli ultimi tempi vi è un’inflazione della parola Distanza.. Distanza sociale, didattica a distanza, riunioni a distanza, saluti a distanza.. Essa è la più ricercata nei dizionari e la più praticata perché ormai siamo distanti gli uni dagli altri, dalle famiglie, dagli amici, dalla vita normale. Il pensiero che mi assale riguarda però la scuola, istituzione ove bambini, alunni, studenti e tutti gli operatori scolastici, compresa me, trascorriamo la maggior parte del tempo.

L’ultimo DPCM, ormai noto a tutti, ha sancito la distanza della didattica, mi piace definirla così, per le scuole secondarie di secondo grado e per le ultime due classi delle scuole secondarie di primo grado appartenenti alle zone rosse. Non entro nel merito delle determinazioni tecniche che quotidianamente vengono analizzate, qui mi limito a trasmettere un sentimento scolastico di osservazione critica, di rassegnazione, di impotenza.. di….! Gli studenti più grandi come sappiamo, sono a casa, la mattina iniziano a lavorare dietro un PC facendo finta di ascoltare o partecipando con attenzione alle lezioni a distanza. Bravissimi questi giovani! Finiscono poi le loro attività giornaliere e nel pomeriggio, vista la chiusura delle palestre, bar e sale giochi, si riversano nelle piazze, spesso senza mascherina, elargendo con reciproco affetto baci e abbracci. Beh, non hanno capito nulla!!

Non hanno compreso che così facendo il rischio di contagio diviene altissimo per loro e per le famiglie e dunque per noi tutti. Non hanno capito che questo comportamento aumenta la distanza dalla guarigione, dall’essere sani, dalla quotidianità. Ogni giorno giungono notizie di chiusure scuola per contagi, ogni giorno i media trasmettono immagini desolanti di banchi a rotelle “abbandonati” in aule vuote, di ricordi scolastici di un recente passato.. ma i giovani a volte dimenticano, si stufano, rifiutano gli obblighi e le regole imposti per sopravvivere in questo momento di pandemia, di emergenza.

È vietato scambiarsi il corredo scolastico, è sconsigliato abbracciarsi e baciarsi, è sancito l’obbligo d’indossare sempre la mascherina, di stare distanziati da tutti. Molti giovani dimenticano anche se mi sono resa conto che a scuola le regole devono valere sempre, che i genitori richiedono quotidianamente – come giusto che sia-il rispetto, la precisione, la sicurezza, oserei la perfezione. Poi, però, tutto torna al caso e nel pomeriggio o la sera ci si dimentica, tutto diviene lecito e possibile e si consumano riunioni selvagge, senza precauzioni, senza regole,, senza distanze… Ragioniamo! ragionate! Le regole non devono valere solo a scuola, le regole sono ovunque!!!Un apprezzamento speciale, sono di parte, va invece ai piccoli alunni, obbligati, fino a nuovo dpcm, ad andare a scuola.. ​

Li vedi al mattino, in fila indiana, con le manine pronte per disinfettare le mani. Loro rispettano i percorsi di entrata e uscita, indossano le mascherine tutto il tempo, giocano, ti sorridono, piangono, rispettano le regole e vivono con gioiosa normalità la scuola al tempo di Covid sperando, lo si vede dai loro testi e disegni, che il mostriciattolo verde si allontani per sempre.

Teresa Torre Furnari (Messina)

Foto di Gerd Altmann da Pixabay 


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