L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA ITALIANA: UN MODELLO DA IMITARE. UNO SGUARDO SUGLI ADHD

Scritto da il 4 Novembre 2020

I principi che sono alla base del modello italiano di integrazione scolastica, che con un certo orgoglio possiamo dichiarare sia stato assunto a punto di riferimento per le politiche di inclusione in Europa e non solo, hanno contribuito a fare del nostro sistema di istruzione nazionale un luogo di conoscenza, sviluppo e socializzazione per tutti, sottolineandone gli aspetti inclusivi piuttosto che quelli selettivi. Forte di questa esperienza, il nostro Paese è ora in grado, passati più di quarant’anni dalla Legge n. 517 del 1977, che diede avvio all’integrazione scolastica, di considerare le criticità emerse e di valutare, con maggiore cognizione, la necessità di ripensare alcuni aspetti dell’intero sistema.

Gli alunni con disabilità si trovano inseriti all’interno di un contesto sempre più variegato, dove la discriminante tradizionale alunni con disabilità/alunni senza disabilità non rispecchia pienamente la complessa realtà delle nostre classi. Al contrario, è opportuno assumere un approccio decisamente educativo, per il quale l’identificazione degli alunni con disabilità non avviene sulla base dell’eventuale certificazione, che certamente mantiene una utilità per una serie di benefici e di garanzie. Un discorso particolare si deve fare a proposito di alunni e studenti con problemi di controllo attentivo e/o dell’attività, spesso definiti con l’acronimo ADHD (Attention Deficit and Hyperactivity Disorder), corrispondente all’acronimo che si usa per l’italiano di DDAI – Deficit da Disturbo dell’Attenzione e dell’Iperattività, la cui incidenza è sempre più significativa.

L’ADHD si può riscontrare anche spesso associato ai DSA (DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO) o ad altre problematiche, ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, di apprendimento e di socializzazione con i coetanei. Si è stimato che il disturbo, in forma grave, tale da compromettere il percorso scolastico, è presente in circa l’1% della popolazione scolastica, cioè quasi 80.000 alunni (fonte ISS). Con notevole frequenza l’ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva: disturbo oppositivo provocatorio, disturbo della condotta in adolescenza, disturbi specifici dell’apprendimento, disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, solo per citare i più frequenti. Il percorso migliore per la presa in carico dell’alunno con ADHD si attua senz’altro quando è presente una sinergia tra famiglia, scuola e clinica. Le informazioni fornite dagli insegnanti hanno una parte importante per il completamento della diagnosi e la collaborazione tra scuola e famiglia è un anello fondamentale nel processo riabilitativo. In alcuni casi il quadro clinico particolarmente grave – anche per la concomitanza con altre patologie – richiede l’assegnazione dell’insegnante di sostegno, come previsto dalla Legge 104/92. Tuttavia, vi sono moltissimi studenti con ADHD che, in ragione della minor gravità del disturbo, non ottengono la certificazione di disabilità, ma hanno pari diritto a veder tutelato il loro successo formativo.

Vi è quindi la necessità di estendere a tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali le stesse misure previste dalla Legge 170 per alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento. Per alcuni di loro il ritardo è legato a fattori neurobiologici e coesiste frequentemente con altri disturbi. Per altri, si tratta soltanto di una forma lieve di difficoltà tale per cui, se adeguatamente sostenuti e indirizzati verso i percorsi scolastici più consoni alle loro caratteristiche, gli interessati potranno avere una vita normale. Gli interventi educativi e didattici hanno, come sempre, in questi casi un’importanza fondamentale. Dalle considerazioni sopra esposte si evidenzia, in particolare, la necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con Bisogni Educativi Speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, individuale o riferito a tutti gli studenti della classe con BES, ma articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti e abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.

Le scuole, con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, possono avvalersi per tutti gli alunni con Bisogni Educativi Speciali degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della legge 170/2010 (DM 5669/2011). Tali disposizioni si attuano per facilitare il processo di apprendimento, in modo tale che il percorso di studi si svolga in maniera serena e proficua e conduca tutti gli studenti con difficoltà e disabilità a raggiungere il successo formativo auspicabile al termine dell’obbligo scolastico e anche oltre.

Carmen Leo

Foto di vgnk da Pixabay 

Taggato come

Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *



La Esse Radio

La Esse Radio

Traccia corrente

Titolo

Artista