Mascherine trasparenti alla scuola d’infanzia

Scritto da il 2 Novembre 2020

Parte da Siracusa, in Sicilia, la campagna per sostituire le tradizionali mascherine chirurgiche con altre di tipo trasparenti e certificate ma che lascino vedere chiaramente la bocca di quanti, docenti ed operatori, lavorano nei nidi e nelle scuola d’infanzia. A lanciare la proposta, attraverso una petizione su Change.org e che in poco tempo ha sfiorato le 1500 firme, è la logopedista Deborah Auteri. La petizione è indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e alla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Nella petizione (qui per la firma https://www.change.org/p/presidenza-del-consiglio-dei-ministri- governo-italiano-mascherine-trasparenti-obbligatorie-per-gli-insegnanti-di-scuola-materna-e-nido? redirect=false ) si parla di “effetti collaterali”, cioè del rischio che la copertura di parte del viso a opera delle mascherine chirurgiche comprometta una corretta acquisizione del linguaggio, dato che proprio in questo particolare processo la mente umana opera una sintesi fra stimoli uditivi e visivi. E’ proprio con la frequenza dei nidi e della scuola d’infanzia, dove spesso giungono bambini anche al di sotto dei 3 anni, che molte capacità si formano o si consolidano. Il linguaggio è tra queste. Ora, la necessità di utilizzare ausili di protezione contro il Covid-19 non è negoziabile, soprattutto avendo a che fare con una fascia d’età che non ha l’obbligo di utilizzo delle mascherine. Chiunque operi in una scuola d’infanzia sa, però, quanto gli apprendimenti più solidi passino attraverso l’emulazione: la possibilità di guardare il movimento labiale, quando l’adulto parla o quando a scuola si impara una poesia o una filastrocca proponendo parole e suoni nuovi, è fortemente compromessa se il trasmittente ha il volto coperto nella sua parte più importante: la bocca, organo specificamente deputato alla fonazione. Le parole veicolano pensieri. E’ dunque in quest’ottica che l’apprendimento corretto del linguaggio risulta fondamentale per non pregiudicare anche altre e superiori capacità cognitive che rischiano di segnare per sempre un’intera generazione. L’adozione di questo particolare ausilio risulta poi cruciale per l’apprendimento se ci si ritrova a operare con minori audiolesi, che hanno più di tutti la necessità di guardare la bocca dell’insegnante. La conseguenza è un quasi completo isolamento comunicativo e una crescente povertà cognitiva, che rischia di tagliarli fuori da ogni possibilità di crescita. Con buona pace di ogni legge fin qui varata sull’integrazione delle persone disabili e sul diritto allo studio. Inoltre, come ci sottolinea la dottoressa Auteri nella sua petizione, anche l’apprendimento dello spettro emozionale rischia di essere compromesso: sul viso si disegnano infatti le emozioni delle persone. Mostrare un viso arrabbiato o sorridente, regola e completa la comunicazione interpersonale. Attraverso l’attivazione dei neuroni specchio si sperimentano, imparando a gestirle, le emozioni. Si impara a stare con gli altri negoziando comportanti e risposte. La Francia, come conferma a Laessetv.it Frédéric Brossier, Director Programmes et innovation dell’Institut des jeunes sourds di Parigi, le mascherine trasparenti per gli studenti audiolesi saranno un dispositivo obbligatorio già a partire da lunedì prossimo. L’Italia, ancora una volta, nonostante i grandi proclami e i buoni propositi, dimentica le fasce più vulnerabili.

Serafina Ignoto, Palermo

Foto di Engin Akyurt da Pixabay 


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