Le bizzarre contraddizioni post pandemiche

Scritto da il 28 Settembre 2020

La scuola riparte (forse) e si spalancano (si fa per dire) le porte della più grande esperienza di comunità che noi giovani possiamo fare nei primi anni della nostra vita. Eppure questa scuola riapre lentamente, a fatica, a valle di surreali proclami cui abbiamo assistito in questi mesi. Sono state ipotizzate fantasiose riaperture in presenza, a distanza, in semi-presenza, in semi-distanza o come si dice oggi in una sibillina “modalità ibrida”. I dirigenti scolastici si sono cimentati in ingegnose soluzioni di accesso alle aule, disegnando percorsi degni delle costruzioni impossibili di Escher.

Ieri sento la Viceministra che dichiara: “La riapertura della scuola è in ritardo perché i banchi non sono arrivati” (così, a bruciapelo!) ma non erano a rotelle???

Scherzi a parte, questa storia dei banchi a rotelle proprio non la comprendo anche perché decisamente contraddittoria: se il problema è mantenere il “metro” di distanza tra gli alunni, un banco fisso, magari inchiodato a terra, non è un modo più sicuro per garantire che il famoso metro venga realmente rispettato? Se ai banchi, al contrario, vengono messe le rotelle credo che sia naturale, ed inevitabile, che gli studenti li utilizzino per  avvicinarsi tra loro, piuttosto che distanziarsi, tanto più agevolmente grazie allo spontaneo rotolamento da un capo all’altro dell’aula e Gran Premi degni della F1, con prestazioni sicuramente migliori delle nostre rosse sui circuiti.

In effetti, la pandemia ha generato rituali e liturgie assai bizzarre come l’abitudine, ad esempio, a salutarsi “dandosi di gomito”; a parte la poca eleganza del gesto trovo davvero singolare il fatto che si sia consigliato di starnutire o tossire, all’occorrenza, nella piegatura del gomito.

Stesso gomito che poi diventa potenziale veicolo di contagio quando lo utilizziamo per salutarci invece della tradizionale stretta di mano che al contrario può essere disinfettata con uno spruzzo di gel igienizzante.

Data la situazione consiglio di osservare il suggerimento del nostrano Vittorio Feltri che auspicava un ritorno del saluto romano.

Da studente di storia, non posso che ridere e rabbrividire, ma al tempo stesso la storiografia e l’archeologia romana ci indicano innumerevoli varianti di saluto, non c’è che l’imbarazzo della scelta (Publilio Siro e Giuseppe Flavio per approfondimenti o una passeggiata presso Colonna Traiana e/o Ara di Domizio Enobarbo al Louvre).

Divertenti contraddizioni che abbiamo riscontrato ai tempi della pandemia: un’ondata non solo di virus ma anche di scemenze, d’incongruenze, di balle belle e buone contrabbandate come Tavole della Legge scritte da Dio a Burioni sul Monte Catria, propinate da movimenti più o meno politici, diventati giustamente gli zimbelli di tutta la rete ed oltre.

Arturo Puoti

Foto di cottonbro da Pexels


Opinione dei lettori

Commenta

La tua email non sarà pubblica. I campi richiesti sono contrassegnati con *



La Esse Radio

La Esse Radio

Traccia corrente

Titolo

Artista