Molti studenti sono irreversibilmente “smombies”?
Scritto da redazione il 10 Agosto 2020
Per più di quattro ragazzi su dieci lo smartphone è diventato una proiezione della propria persona, infatti, durante gli incontri con gli amici lo tengono costantemente in mano. Il 40% (che nel caso degli 11-13enni diventa il 44%) ha l’abitudine di alternare conversazione frontale a scambio di contenuti tramite smartphone con gli altri membri della comitiva. Solo il 4% si lascia sopraffare dalla dimensione digitale interagendo quasi esclusivamente con il cellulare.
Queste percentuali provengono da un’indagine svolta da Skuola.net in collaborazione con il brand franco-cinese di telefonia Wiko, che ha coinvolto 12 mila studenti tra i 10 e i 20 anni a pochi giorni dalla prima campanella 2019/2020. Detto questo, vediamo chi sono gli “smombies”.
La parola è “smombies”, smartphone zombies, ovvero digitatori ambulanti, persone ignare del mondo che li circonda. Questi soggetti hanno il telefono in mano, la faccia vicino al braccio destro e non si accorgono dove mettono i piedi perché stanno controllando i seguaci su Twitter o Facebook oppure l’ultimo accesso su WhatsApp di nuovi amici social. Sono pericolosi e vaganti per le strade trafficate, all’ora di punta, in metropolitana, su e giù dagli autobus senza mai guardare la strada, senza accorgersi degli scippatori, senza attenzione per la propria vita e per quella degli altri.
In altre parole siamo alla presenza di un esercito di morti viventi, per lo più giovani o giovanissimi, che camminano per strada ipnotizzati dal loro cellulare. Questo fenomeno è un’emergenza vera in Corea del Sud, dove la dipendenza da telefonino è più forte. Un problema di ordine pubblico, che ha fatto impennare il numero di incidenti. A tal riguardo il Garante per le telecomunicazioni di Seul ha rilasciato un servizio che blocca lo smartphone quando il suo proprietario muove più di cinque passi.
Gli “smombie” dovranno scegliere: chattare e giocare, oppure deambulare. Negli ultimi anni, certifica il ministero dell’Interno sudcoreano, il numero di incidenti legati all’utilizzo dello smartphone è cresciuto. Nel 40 per cento dei casi sono coinvolti, spesso travolti da macchine che non avevano visto, ragazzi sotto i 20 anni. E non è finita: la maggior parte dei sinistri si verifica tra le 15 e le 17, cioè quando nel Paese le scuole chiudono e gli studenti si precipitano verso casa. Ovviamente con gli occhi incollati allo schermo.
Aldo Domenico Ficara