Video Reporter – Informazione visiva e privacy nell’era del digitale
Scritto da redazione il 9 Luglio 2020
L’Italia un paese di giornalisti? Sembrerebbe di si visto che, conti alla mano, sulla nostra Penisola risultano essere 5 volte più numerosi che negli Stati Uniti. Per averne un’idea basta consultare i dati online dell’Ordine dei giornalisti, organo ufficiale della categoria, che ne registra 105mila, di cui 30mila iscritti nell’Albo dei professionisti, e oltre 75mila in quello dei pubblicisti. Il Centro di Documentazione Giornalistica che, da circa mezzo secolo, pubblica i dati di chi lavora nel mondo del giornalismo, ne contabilizza invece 109.787 riportando anche il numero degli addetti stampa, ben 10.299. Abbiamo 12 scuole di giornalismo, distribuite in 9 città, tre solo a Milano e, sempre in Italia, risultano registrate, tra periodici e quotidiani, 6.664 testate, 382 emittenti TV e 375 emittenti radio, gli uffici stampa sono 5.520. Gli aspiranti giornalisti, preparati e motivati, incontrano comunque enormi difficoltà per inserirsi, in modo stabile, in uno qualsiasi di questi contesti lavorativi, la crisi dell’editoria che persiste da anni ha causato secondo l’INPGI, la cassa previdenziale della categoria, la perdita di 2.704 posti di lavoro negli ultimi 5 anni, la stessa INPGI denuncia che soltanto il 16% dei giornalisti ha un vero e proprio contratto. In questa situazione molti aspiranti giornalisti rischiano di frequentare, per anni, le redazioni giornalistiche da precari e con paghe ridicole, anche come Free lance le prospettive non sono incoraggianti; oggi per un video- articolo di un paio di minuti, trasmesso sui quotidiani on line, il compenso è di circa 20 euro, mentre per una cartella scritta, una 30 battute x 60 righe, si va sui 10 euro.
Dunque è meglio chiarire subito che in questo mestiere la sola passione non basta, come non basta avere a disposizione il meglio dell’attrezzatura. Bisogna investire su progetti tematici di interesse nazionale e internazionale, o la tanto amata professione si consumerà in sporadiche collaborazioni, pagate al ribasso dalle agenzie o da qualche emittente locale. In questo mestiere parlare inglese è una competenza preziosa ed è indispensabile possedere una buona cultura generale e una discreta conoscenza socio-politica del territorio dove si intende lavorare. Inoltre è preferibile, come avviene in Medicina, specializzarsi nel settore dell’informazione più congeniale ai propri interessi culturali e creativi adottando, in sinergia, una propria linea editoriale, in modo da personalizzare il taglio comunicativo dei lavori da proporre. Giornalista Investigativo, Sportivo, o d’Attualità? in ogni caso, qualunque sarà il settore scelto, non va mai dimenticata la regola base per tutti i giornalisti: verificare sempre le fonti. Non c’è niente di peggio, per un professionista dell’informazione, che farsi fregare “dall’appetibilità veritiera” di una tremenda Fake New. Le teste di Modigliani del 1984 hanno fatto scuola.
Come altre professioni collegate all’informazione visiva, il video reporter oltre alla padronanza tecnica delle attrezzature e dei software professionali per la realizzazione e il montaggio video, deve tener conto della normativa europea sulla privacy. Il diritto di cronaca non è una licenza per l’uso indiscriminato delle immagini e prima di mandare in onda un Servizio Giornalistico è necessario disporre della liberatoria firmata dai soggetti coinvolti, perché una videoregistrazione non contiene soltanto l’immagine del soggetto, ma anche il tono della sua voce e, soprattutto, le sue dichiarazioni. Dunque il consenso deve essere acquisito in modo certo. Se non si è in possesso del modulo prestampato, il video reporter può richiedere il consenso direttamente in video, immediatamente dopo le riprese o dell’intervista, senza interrompere la registrazione. Il video reporter ha la possibilità di diventare testimone privilegiato di eventi, in virtù di ciò è tenuto, eticamente, a produrre un’ informazione attinente ai fatti, anche interpretandola culturalmente, ma senza mai manipolarla. È un mestiere che richiede passione e sacrificio e che può esporre a rischi, lo ha ricordato anche il capo dello Stato Mattarella nominando, nel 2016, Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana Amalia De Simone, una video reporter giornalista del Corriere.it e direttrice di Radio Siani «per il suo coraggioso impegno di denuncia di attività criminali attraverso complesse indagini giornalistiche».
C’è un termine denominato Accountability , che intende ricordare ai professionisti il dovere di tutelare con responsabilità i dati sensibili del soggetto, perché la semplice omissione delle generalità non basta ad evitare l´identificazione dello stesso. Il rischio è che informazioni riguardanti la persona, come l’età, la professione, il tipo di lavoro o la zona di residenza, possono portare comunque ad individuare il soggetto video-raccontato, anche se camuffato e oscurato. Per quanto concerne l’uso di immagini con minori è obbligatoria una liberatoria firmata da entrambi i genitori o dal loro tutore legale, le immagini che ritraggono persone in luoghi pubblici si possono pubblicare anche senza il consenso dei presenti, purché non lesive della dignità e del decoro delle persone che rientrano nelle inquadrature , pubblicare il video di una piazza a corredo di un servizio sui monumenti è una cosa , ma un’altra interpretazione può essere invece data al video, se la stessa piazza viene abbinata a un reportage sullo spaccio e sul malaffare, in questo caso i visi vanno offuscati, perché c’è la possibilità che i soggetti, riconoscendosi, possano denunciare l’autore delle riprese e il direttore della testata, chiedendo un risarcimento per danni a entrambi. Attenzione anche alle riprese di fatti di cronaca, che spesso coinvolgono molte persone, è consigliabile non insistere sui dettagli fisici di altri presenti, che di solito sono solo curiosi di passaggio. La stessa attenzione va usata nella pubblicazione di foto segnaletiche, anche se messe a disposizione dalle forze dell’ordine in conferenza stampa. Nelle operazioni di polizia, evitare di riprendere gli arrestati con le manette ai polsi, mentre in alcune situazioni può essere prudente mascherare le targhe delle auto in transito, come durante le riprese di una determinata strada, nella realizzazione di un Servizio sulla prostituzione. Il Garante della privacy chiarisce molto bene anche un altro aspetto della normativa; nonostante una intervista sia stata concessa dagli stessi soggetti, le informazioni relative alla loro sfera sessuale e al loro stato di salute, vanno trattate e divulgate senza ledere la loro dignità e decoro.
Nel 2019 sui cinque continenti, risultavano attive quasi 7 miliardi e 700 milioni di schede sim, mentre secondo lo studio “Mobility Report” di Ericsson, nel secondo trimestre del 2017 sono stati venduti 370 milioni di SmartPhone, che rappresentano l’80% dei cellulari in vendita sul mercato mondiale. Ogni giorno miliardi di immagini e video viaggiano nel web, molti sono catturati dalla rete per uso improprio, altri restano per anni secretati negli iCloud Drive e altri ancora diventano una fonte di guai per gli autori. In questa epoca da “limitless images” tante persone sono convinte, erroneamente, che è lecito riprendere qualsiasi cosa in movimento, ignorando che esistono leggi a tutela della privacy di chiunque, sia esso un miliardario o un clochard. Il divieto di pubblicazione senza consenso fa riferimento anche alla diffusione tramite Social Network, come WhatsApp, Facebook o Instagram. Le cause civili, con richiesta di risarcimento per immagini pubblicate senza consenso sono, negli ultimi 18 mesi, quasi triplicate e a promuoverle sono stati spesso frequentatori di Chat .
©Tonylaruspa – Napoli 7 maggio 2020