La scuola che riparte, fuori e dentro metafora

Scritto da il 9 Luglio 2020

Svolti in un clima facilitante e disteso, gli esami di stato, appena conclusi, hanno “positivamente testato” la capacità delle scuole di riorganizzarsi dopo la lunga chiusura pandemica, confermando, oltre ogni perplessità, che la ripartenza a settembre è finalmente e concretamente possibile.

Senza dubbio, le questioni che preoccupano sono ancora diverse, prima tra tutte quella del distanziamento sociale, tuttavia, la lunga e attenta riflessione di questi mesi ha prodotto risultati significativi, sollecitando la
capacità delle forze politiche di governo di trasmigrare verso nuove logiche in grado di affrontare problemi inediti in modo innovativo e lungimirante.

Patafisica, direbbero i detrattori? Niente affatto, nessuna fantasiosa e mirabolante soluzione ma uno scrupoloso lavoro che trova concreta evidenza in una pluralità di misure coraggiose e ambiziose siglate
nell’attesissimo Piano strategico 2020-21: “Diamo i numeri! Grandi cifre per soluzioni svelte!” di immediata pubblicazione. Ciò ha consentito alla Ministra Azzolina di annunciare l’assunzione di 50.000 tra nuovi
docenti, tecnici e collaboratori ATA, indispensabili per fronteggiare l’ingente numero di classi incrementato dalla necessità di distanziamento degli alunni. Un emendamento appena approvato in V Commissione
Bilancio prevede, infatti, che, in deroga al limite minimo di alunni previsto dal DL Rilancio, le classi potranno avere anche meno di 15 alunni.

In febbrile attesa che l’emendamento passi all’esame del Parlamento, i docenti ed il personale della scuola sono già pronti a “salutare” -concretamente e fuor di metafora- la stagione di rinnovamento che stiamo
appena per inaugurare. Il testo dell’emendamento specifica, infatti, che il personale nominato a tempo determinato, nell’eventualità di una nuova recrudescenza virale con relativa sospensione dell’attività in presenza, vedrebbe risolto il relativo contratto di lavoro per giusta causa e senza diritto ad alcun indennizzo.

Restando all’interno, e non fuori di metafora, un’ultima riflessione sul valore aggiunto che tale politica ulteriormente realizza. Dopo “le nozze con i fichi secchi”, le battaglie strenuamente combattute “a pietre pomici e ferri da calza”, la scuola della “ripartenza” post covid-19 acquisisce al suo repertorio di metafore anche quella della “polenta con gli uccelli scappati”, cui si ispira per inaugurare la “stagione delle lezioni con gli insegnanti licenziati”.

L’annosa questione del precariato della scuola sembrerebbe aprirsi ad una nuova inesplorata prospettiva, quella del “precariato del precariato”. Dopo anni di immobilità, di sclerotizzate routine di ordinarie precarietà, finalmente una boccata di aria fresca!

Teresa Iavarone
(nda L’emendamento è vero, il piano strategico è una creazione dell’autrice)

Foto: Governo.it


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