Valutazione del soggetto che apprende
Scritto da redazione il 14 Giugno 2020
Parlare di
valutazione a scuola è sempre stato un argomento estremamente delicato in ogni
periodo, tante sono state le strade tentate (forse è proprio il caso di usare
questo verbo) per trovare una forma di valutazione più vicino possibile ad una
oggettività della stessa ma, almeno per quanto riguarda i miei ricordi, sono
stati tutti tentativi che avevano o che davano ai valutatori dei problemi
nell’applicazione pratica.
Quest’anno,
con le note vicende, sinceramente non invidio i colleghi rimasti al lavoro; il
compito della valutazione, che comunque deve esser data, sarà particolarmente
difficile vista la situazione in cui gli alunni e i docenti si sono trovati a
lavorare-
” La
valutazione scolastica riguarda l’apprendimento e il comportamento degli
studenti e i docenti procedono alle verifiche intermedie, periodiche e finali,
coerentemente con gli obiettivi di apprendimento previsti dal PTOF della
scuola, in coerenza con le Indicazioni nazionali e le linee guida specifiche
per i diversi livelli.
Il decreto legislativo 62/2017 attuativo della
Legge 107/2015 ha modificato il modello di valutazione della scuola del primo
ciclo, senza stravolgimenti bensì nell’ottica di apportare i miglioramenti di
cui, negli anni, la comunità pedagogica ha condiviso l’opportunità. La valutazione degli apprendimenti
delle alunne e degli alunni frequentanti la scuola primaria e secondaria di
primo grado è effettuata dai docenti di classe, mediante l’attribuzione di un
voto in decimi e al contempo valorizzandone la funzione formativa.”
A questa
prima O.M. sulla valutazione si affianca la successiva O.M. che specifica per l’anno 2019/2020 un
evidente riferimento alla famosa DAD che ha impegnato discenti e docenti per la
seconda metà dell’anno scolastico; credo che questo sia un punto dolente per
tutti. Pensiamo a dover valutare una didattica a distanza … un alunno può aver
avuto vari problemi: è senza computer (!), la connessione non era sempre
stabile, spesso l’audio era intermittente ed a scatti … a questo aggiungiamo, e
credo sia facilmente intuibile, l’enorme differenza tra una didattica in
presenza con una virtuale.
Il Ministero
dice di utilizzare per la valutazione una scala numerica da uno a dieci…
E qua si
scontrano, inevitabilmente, i sostenitori ed i detrattori del voto…
Per una mia
personale e trascorsa esperienza riterrei che la valutazione debba seguire due
metodi diversi:
posso
essere d’accordo nel proporre una valutazione numerica per quanto riguarda la
fascia di età di alunni più grandi (diciamo a partire, con gradualità, dalla
terza della primaria?) ma opterei per una valutazione di tipo verbale per i
primi anni della scuola primaria. Penso che ad un bambino sfugga il significato
di un cinque rispetto ad un sei, non dimentichiamo che la difficoltà consiste
nell’astrazione numerica e nel rapportare un numero ad un concetto di
sufficienza od insufficienza altrettanto di difficile comprensione! Inoltre,
sempre per un parere personale, vedo difficile poter valutare le discipline
singolarmente come prevedono gli stampati per le “pagelle” forse sarebbe
opportuno valutare il bambino in modo globale senza entrare nel merito alle
singole materie, per quello c’è tempo! Un bambino che inizia la scuola ha altri
problemi oltre alle materie da imparare problemi che agli adulti, che si
limitano ad interessarsi di matematica o italiano o chissà cosa, sfuggono
perché ritenuti poco attinenti alla scuola stessa però ne fanno parte
integrante! Stare seduto per un bel po’ di tempo, imparare a tenere una
biro/lapis ecc. in modo corretto, regolarsi sulla scansione particolare del
tempo/scuola e così via … per questi motivi ho sempre proposto di evitare un
giudizio con voto ma invitavo i docenti a “giudicare” un bambino in senso lato
cioè come integrazione, aver imparato le regole, saper utilizzare gli strumenti
tipicamente scolastici etc.
Trascorso
un po’ di tempo, quando il bambino avrà preso confidenza con gli strumenti di
“lavoro scolastico” potremo anche concentrare la nostra attenzione sulla resa e
l’interesse che ha per le varie discipline e magari, gradualmente, verso un’età
più adatta lanciarci su una votazione numerica oggettiva sì ma anche arida!
Se
ripenso a questo particolarissimo anno scolastico mi viene da chiedermi come
potranno giudicare la volontà dei ragazzi; dal numero delle volte che si sono
connessi? dalla quantità numerica dei compiti spediti o dalla loro qualità? … consideriamo
che un modello di valutazione dovrebbe
essere orientato a fornire un giudizio complessivo dell’alunno basandosi non
solo sulla qualità e sulla produzione dei vari processi di conoscenza
,facilmente riconducibili ai risultati delle prove disciplinari od
interdisciplinari quali compiti, interrogazioni o test/prove di vario genere,
ma anche (direi soprattutto nel caso della scuola primaria) sul rendimento
formativo complessivo, quindi su una attenta e graduale osservazione dei vari
processi di relazione, socializzazione e (infine) apprendimento del singolo
alunno rapportato all’apprendimento della classe.
Sempre
per il mio modo di pensare potrei definire due fasi del processo di
apprendimento che ritengo particolarmente significative:
una
valutazione di tipo “diagnostico” con
un carattere di osservazione/conoscenza che parte dal momento dell’accoglienza
quindi della conoscenza iniziale dell’alunno con analisi dei prerequisiti
(magari prove d’ingresso?) quindi un’osservazione limitata nel tempo potrei
dire per i primi due/tre mesi di scuola ed una valutazione formativa che
occupa, invece, tutto l’anno scolastico. La valutazione formativa avrà il
compito di accertare le competenze affettivamente raggiunte dall’alunno sia in
positivo che in caso di difficoltà di apprendimento7memorizzazione delle
stesse.
Come
ho specificato all’inizio, trattandosi di un periodo che si estende su tutto
l’anno scolastico, sarebbe opportuno prevedere, oltre alla fase iniziale legata
alla conoscenza dell’alunno ed ai suoi prerequisiti, una fase in itinere ed una
finale questo per poter procedere a momenti di recupero o potenziamento in base
ai risultati delle osservazioni fatte ed in base ai livelli effettivamente
raggiunti da ogni studente.
Purtroppo,
in una situazione di precarietà come quella creatasi quest’anno, trovo
piuttosto arduo il compito dei docenti come sarà ancora più difficile una
valutazione riguardante il comportamento; infatti per la valutazione del comportamento
si tengono in considerazione dei criteri difficilmente osservabili, se non in
presenza , tipo il rispetto verso le regole scolastiche, le relazioni con i
compagni, con i docenti o comunque verso tutti i componenti/frequentanti della
scuola.
Non
a caso l’O.M. del26/05/20 consiglia (nemmeno tanto velatamente) di rimandare
all’anno prossimo la decisione di un’eventuale bocciatura.
Termino
qui questa mia riflessione su di uno dei temi più spinosi della scuola o almeno
uno dei temi che più mi ha preoccupato! Non ho dato soluzioni anzi … ho
l’impressione di aver contribuito ad aumentare i dubbi! Volevo solo riflettere
in modo generale e contribuire ad aprire un dialogo sicuramente costruttivo e
apportatore di nuove fantastiche idee.
Tommaso Bertelli