Olimpiadi di Tokyo rinviate al 2021 causa pandemia Covid 19

Scritto da il 26 Maggio 2020

Il rinvio delle Olimpiadi di Tokyo al 2021 causa pandemia Covid 19 ( un po’ sfortunata la capitale giapponese, vittima addirittura di un annullamento dei Giochi del 1940) pone comunque alcuni interrogativi nel mondo dello sport. Il mitico motto decourbertiniano dell’Importante è Partecipare viene da tempo immemore seppellito dalla montagna di soldi che gravitano intorno alla massima manifestazione sportiva planetaria, frutto di munifiche sponsorizzazioni ( nonostante sia severamente proibito mostrare un qualsiasi tabellone pubblicitario sui vari campi di gara, ma basta e avanza per gli inserzionisti multinazionali avere il logo a cinque cerchi accanto a quello proprio) e di quelli provenienti dai diritti televisivi, con in testa i broadcast americani.
Il Cio, ovvero il Comitato Olimpico Internazionale, non ha fatto certamente una bella figura tentennando non poco nel prendere la sacrosanta decisione di rinviare i Giochi quando ormai era chiaro a tutti che la diffusione del virus sarebbe stata letale su scala planetaria ed in termini di contagi massiva. Il ritardo sulla decisione del rinvio è stato anche causato dalle pressioni del governo giapponese, che vedeva sfumare un bel po di miliardini di dollari di guadagno, dopo aver investito tanto per organizzarli.
È stato alla fine lo stesso premier del Paese del Sol Levante, Shinzo Abe, a togliere le castagne dal fuoco prendendo finalmente atto che era più utile spostare di 365 giorni esatti l’Evento, sollevando dall’imbarazzo il capo del Cio, il teutonico ed ex medaglia d’oro nella scherma a Montreal 1976 Thomas Bach, oltre ai tanti comitati olimpici locali, ma soprattutto gli atleti, che non avevano alcuna possibilità di allenarsi in maniera decente viste le restrizioni vigenti ormai in tutto il globo.
In futuro ci si augura che il principale organismo sportivo mondiale sia più decisionista ma soprattutto più attento all’etica. Lo sport deve essere un faro, soprattutto per il mondo giovanile; deve promuovere valori positivi, non invece quelli riconducibili ad una semplice Assemblea dei Soci di una multinazionale. Senza soldi non si cantano messe recita un celebre proverbio partenopeo, ma almeno li si mettano in una posizione secondaria. Ma sarà un’utopia, purtroppo…


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